“La mattina non riesco ad alzarmi dal letto, non ho proprio voglia, sono stanchissima e troppo triste. Rimango per intere giornate chiusa in casa, terrorizzata all’idea di affrontare il mondo fuori. Non mi sento in grado di far nulla e poi non ho le forze…a volte nemmeno riesco a lavarmi e a prendermi cura di me stessa. Tutto quello che mi piaceva adesso non mi piace più. Mi alzo solo per andare in cucina a mangiare schifezze. Non voglio vedere nessuno perché mi sento inferiore, inadeguata…una nullità. Il mio cervello non funziona più, i pensieri sono macigni, non si muovono, rimangono fissi sempre sugli stessi problemi che non riuscirò mai a risolvere. Così non ha senso vivere!”


Siamo di fronte, con molta probabilità, ad un episodio dell’umore di tipo depressivo. In questa fase l’umore è estremamente basso, triste e disperato. E’ presente una notevole perdita d’interesse o piacere verso tutte quelle attività che risultavano invece gradevoli. Si verificano modificazioni del sonno (difficoltà di dormire oppure dormire troppo), dell’appetito (riduzione o aumento di esso) e dell’attività psicomotoria (agitazione o rallentamento), con una notevole riduzione dell’energia fisica e con un forte senso di affaticamento. Le persone sono attanagliate da un senso di autosvalutazione e di colpa, emergono difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni. Quando la sintomatologia si fa estremamente intensa e interferente, possono presentarsi pensieri ricorrenti di morte o anche veri e propri piani per commettere il suicidio.

 

“In alcuni periodi la mia vita è bellissima…mi sento forte, energico, un vulcano! Esco la sera e torno al mattino, dormo poche ore ma sono subito pronto a ripartire. A volte mi dimentico di mangiare perché non ho bisogno e sono preso da altre mille cose. Riesco a lavorare senza sosta, ho tante idee in testa e mi sento più intelligente del normale. In questi momenti ho una marcia in più…e gli altri non riescono a starmi dietro. Sento intorno a me tantissimi stimoli…tutto diventa eccitante ed interessante e io non posso rinunciare a niente altrimenti perderei delle occasioni importanti per me stesso! Ho voglia di conoscere nuove persone…vado nei locali e attacco bottone a tutti, bevo più drinks del solito e allora mi sento carico…e faccio anche molte conquiste. Vorrei che questi periodi non finissero mai!”

 

Al contrario, in questa fase l’umore è euforico, eccessivamente allegro, di tono elevato e, nei casi più gravi, i soggetti mostrano un entusiasmo illimitato e confuso per le interazioni interpersonali, sessuali o lavorative. Le persone possono ingaggiarsi in molteplici nuovi progetti che si sovrappongono e che frequentemente non vengono portati a termine. E’ tipicamente presente una autostima molto elevata, che va da una fiducia in se stessi priva di critica alla marcata grandiosità, che può raggiungere proporzioni deliranti con conseguente scollamento dalla realtà. Il bisogno di sonno si riduce e, quindi, in questa fase le persone possono dormire poco, se non per nulla, oppure possono svegliarsi diverse ore prima del solito, sentendosi comunque riposati e pieni di energia. L’eloquio è rapido, pressante e difficile da interrompere. Spesso i pensieri viaggiano ad una velocità maggiore rispetto al normale e capita di distrarsi con grande facilità. L’espansività, l’eccessivo ottimismo, la grandiosità e lo scarso giudizio possono convogliarsi in un imprudente coinvolgimento in attività come acquisti incontrollati, guida spericolata, investimenti finanziari avventati e una promiscuità sessuale insolita. In alcuni casi, invece, l’umore  è caratterizzato da intensa irritabilità piuttosto che da euforia. Questo accade quando la persona pensa che i propri desideri, spesso non perseguibili e attualizzabili, vengano ostacolati dalle altre persone, magari per ovvi motivi.

 

“Mi sembra di essere dentro ad un frullatore di emozioni, pensieri e sensazioni…mi sento di avere tanta…troppa energia fisica, ho la smania di muovermi e non riesco a stare ferma ma allo stesso tempo i miei pensieri sono brutti, mi sento molto triste perché mi dico che tanto non sono in grado di fare anche le azioni più semplici…in realtà non mi sento in grado di far niente. Allora mi agito, non riesco a star ferma, inizio a muovermi per le stanze senza trovare posa. Ma poi non concludo niente e quindi mi sento ancora più triste e in colpa verso i miei familiari. E allora mi sembra proprio di non avere controllo su cosa penso, su cosa sento…su quello che faccio. Mi chiedo “ma chi sono io?”. Tutto questo è invivibile…deve finire!”

 

Oltre ai due poli descritti esistono altre due condizioni: in una può prevalere un umore di fondo maniacale o ipomaniacale nel quale emergono tinte depressive e, nell’altra, su un umore prevalentemente depresso, si manifestano anche sintomi di tipo maniacale o ipomaniacale. In questi casi si fa riferimento ad un umore con caratteristiche miste. Ognuno di noi può avere i cosiddetti “alti e bassi” nel corso della vita quotidiana e può quindi alternare momenti di benessere a momenti di sofferenza emotiva. Quando però tali cambiamenti emotivi si svincolano dagli eventi esterni o sono sproporzionati per intensità e/o durata, si parla di disturbi dell’umore. In questi casi le normali oscillazioni emotive si perdono e si tende ad ancorarsi stabilmente o al polo della depressione (1° vignetta), o al polo dell’euforia (mania ed ipomania, come si osserva nella 2° vignetta), oppure ad una condizione che racchiude sia sintomi tipici della depressione che dell’euforia (stato misto, 3° vignetta). I disturbi dell’umore hanno un notevole impatto nella popolazione generale: la depressione colpisce il 5,8% della popolazione (con un rapporto tra maschi e femmine di 1 a 2), mentre il Disturbo Bipolare riguarda lo 0,4-1,6% dei casi (senza sostanziali differenze tra i due sessi), anche se su quest’ultimo dato pesano le difficoltà di diagnosi delle varie forme di bipolarità, spesso misconosciute. Nell’ambito del Disturbo Bipolare si possono distinguere vari livelli di gravità, che determinano un differente impatto sul funzionamento globale degli individui. Inoltre, considerata l’età precoce di insorgenza, questo disturbo dell’umore può compromettere lo sviluppo sociale, educativo e professionale degli individui che ne soffrono ed è quindi opportuno che questa condizione venga riconosciuta tempestivamente e trattata in modo adeguato.

 

Quando le persone affette da questo disturbo si presentano nei nostri studi spesso le domande che ci pongono sono: “Passeranno questi terribili periodi di sofferenza? Riuscirò a fermarmi prima di incasinare del tutto la mia vita? Riuscirò ad avere una vita normale?” La risposta è “sì!”, perché nonostante l’impatto che questo disturbo può avere sul funzionamento individuale, numerosi studi in letteratura mostrano che tale condizione di sofferenza psicologica può essere gestita. A seconda dell’interferenza dei sintomi clinici, è possibile associare il percorso psicoterapico ad hoc (Terapia Cognitivo Comportamentale) ad una terapia farmacologica adeguata. Oltre alla psicoterapia individuale, si è rivelato efficace il trattamento psicoeducazionale di gruppo: si tratta di un intervento composito che associa la trasmissione di informazioni specifiche sul funzionamento del disturbo a un vero e proprio addestramento comportamentale. Non implica, quindi, la semplice educazione sul disturbo e sulle strategie di trattamento, quanto piuttosto un addestramento mirato all’acquisizione di specifiche abilità in modo da rendere il paziente consapevole della propria condizione di sofferenza. Per un adeguato trattamento finalizzato alla prevenzione di ulteriori ricadute, è necessario che le persone seguano in modo costante il percorso di cura concordato con gli specialisti (psicoterapeuta, psichiatra), a seconda della gravità della sintomatologia presentata. In questo modo le persone possono acquisire in modo attivo gli strumenti necessari per portare avanti il loro progetto di vita, evitando così un possibile deterioramento nel loro funzionamento e nella qualità della vita in generale. Gli specialisti del Centro di Psicoterapia Cognitiva di Grosseto, in collaborazione con la APC e con il Centro di Psicoterapia Cognitiva “Pandora”, hanno un duplice obiettivo: da una parte, si cerca di affinare la comprensione di quei meccanismi mentali, emotivi e comportamentali che slatentizzano la sintomatologia e che producono un mantenimento della ciclicità tipica di questo disturbo, dall’altra, lo sforzo dei clinici è direzionato alla costruzione di interventi trattamentali specifici, finalizzati al raggiungimento di un apprezzabile equilibrio psico-emotivo.

di Lisa Lari
Stefania Iazzetta, Giulia Paradisi

 

Per approfondimenti:

  • American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Basco M. R. Rush A. J., 2005. Cognitive Behavioral Therapy for Bipolar Disorder. Second Edition. The Guilford Press, New York.
  • Colom F., Vieta E., 2006. Manuale di psicoeducazione per il disturbo bipolare. Giovanni Fioriti Editore, Roma.
  • Newman C. F., Leahay R. L., Beck A.T., Reilly-Harrington N.A., Gyulai L., 2012. Il Disturbo Bipolare. Un approccio terapeutico cognitivo. Ed It, a cura di Antonio Nisi, Giovanni Fioriti Editore S.r.l., Roma.
  • Saettoni M., 2003. 66 domande sui disturbi dell’umore. Fondazione Alvise Marotta Onlus. Edizioni Progetto cultura 2003 S.r.l.

Link:

Disutrbo Bipolare_Centro di Psicoterapia Cognitiva Grosseto

Assocazione Psicologia Cognitiva APC Roma

Centro di Psicoterapia Cognitiva “Pandora” Lucca

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