di
Debora Pratesi

Aiutare i nostri bambini ad uno sviluppo armonico della sessualità

Con sessualità infantile si intende la scoperta, da parte dei bambini, degli organi sessuali propri e degli altri e delle sensazioni ed emozioni che queste parti del corpo possono provocare se stimolate. In questa visione, la sessualità dei bambini inizia molto presto: fin dall’epoca neonatale mettono in atto comportamenti volti all’esplorazione dei propri genitali.

È molto importante nella crescita di un bambino imparare la sessualità, tanto quanto lo è imparare qualsiasi altro aspetto della vita affinché sviluppino un atteggiamento armonico e positivo verso le parti sessuali del loro corpo.

La psicoanalisi, come è noto, attribuisce una grandissima importanza alla sessualità nello sviluppo e nella vita psichica dell’essere umano.

“Nell’esperienza e nella teoria psicanalitiche, sessualità non designa soltanto le attività e il piacere che dipendono dal funzionamento dell’apparato genitale, ma tutta una serie di eccitazioni e di attività, già presenti nell’infanzia, che procurano un piacere irriducibile al soddisfacimento di un bisogno fisiologico fondamentale (respirazione, nutrizione, escrezione ecc…) e che si ritrovano come comportamenti nella forma normale dell’amore sessuale”, come esprime Freud, il padre della psicoanalisi, il primo a studiare il processo di transizione dalla sessualità infantile a quella adulta.

  1. Freud, il quale non limitò la sessualità al solo uso dell’apparato genitale finalizzato alla riproduzione come era tradizione nell’Europa cristiana, ma incluse in essa tutte le eccitazioni e le attività che provocano appagamento di bisogni elementari come anche la fame e la sete.

Secondo Freud, la sessualità è un impulso diretto al piacere corporeo in senso molto ampio e quindi non ha la sua sede elettiva in alcun organo specifico. Egli attribuì alla sessualità un ruolo centrale nella vita psichica dell’essere umano, fin dalle prime fasi dello sviluppo; fu il primo a teorizzare l’esistenza nell’infanzia di una organizzazione sessuale, in contrasto con le rappresentazioni del suo tempo, secondo le quali si credeva che il bambino fosse una creatura innocente ed asessuata , in cui la spinta sessuale era del tutto assente perché cominciava con la pubertà.

È quindi di fondamentale importanza comprendere che quando si parla di sessualità infantile , non si tratta di sessualità genitale , simile a quella dell’adulto , bensì di sessualità pre-genitale.

La sessualità pre-genitale infantile , mira ad ottenere piacere , ma si tratta di un piacere, o di una gratificazione, parziale, locale, legata a determinate zone e funzioni del corpo. Il

bambino sperimenta questo piacere (o dispiacere) nelle sue relazioni con l’adulto e in

rapporto ad azioni quali: essere nutrito, pulito, portato in braccio, baciato, accarezzato, coccolato….si basa sul senso di soddisfazione che si prova quando le persone che ti amano ti fanno stare bene, non è orientata all’altro ma alla conoscenza del proprio corpo e trae piacere da ogni forma di contatto fisico.

L’individuazione delle caratteristiche della sessualità infantile e la ricostruzione delle fasi dello sviluppo psicosessuale da parte di S. Freud contribuirono in modo fondamentale alla conoscenza all’infanzia.

È essenziale però comprendere che i bambini vivono una sessualità che è molto distante dalla sessualità adulta e che essa è la risultante di un’interazione, estremamente variabile nel suo andamento e nei suoi risultati, fra una limitata base innata e ricchi  e complessi fattori di apprendimento.

I bambini vivono la sessualità in maniera diversa durante la loro crescita, imparare quindi ad avere un buon rapporto con il proprio corpo e la propria sessualità è un aspetto che va affrontato insieme a loro, analogamente a come ci si impegna ad insegnare altri aspetti della vita.

Su già predeterminate basi innate cominciano a svilupparsi i contatti bambino-genitore durante le cure fisiche, il bagno, l’allattamento, la pulizia, il gioco….e dalla natura di questi dipenderà la potenziale futura identità sessuale e la capacità di instaurare rapporti intimi. In tali attività è possibile rendersi conto di segni di eccitamento sessuale in risposta alle diverse stimolazioni fisiche del tutto normali.

Le reazioni dei genitori ai riflessi sessuali dei bambini piccoli costituiscono un aspetto di una precoce educazione sessuale: il genitore scandalizzato o preoccupato non potrà che comunicare disagio, al contrario, quello che mostra calma e serenità potrà indurre nel figlio un atteggiamento di accettazione.

Oltre all’ambiente esterno, anche il proprio corpo fornisce al bambino un ricco campo di scoperte eccitanti; i bambini sono alla continua ricerca di fonti di stimolazione per mantenere adeguatamente elevato il proprio livello di attivazione che ancora non può dipendere da stimoli endogeni, come i processi cognitivi. Gli organi sessuali e le zone erogene costituiscono aspetti privilegiati in quanto la loro stimolazione produce sensazioni piacevoli, il bambino sfrutta spesso tale fonte di piacere soprattutto se non ne ha altre a disposizione.

L’ auto stimolazione è comune nei bambini e nelle bambine e costituisce un’utile fonte di conoscenza di sé; intorno all’anno di età i piccoli giocano spesso con i genitali quando sono nudi o nel bagno.

L’adulto può intervenire per insegnare serenamente e senza reprimere in modo punitivo i luoghi e i momenti in cui, per esigenze sociali, è bene che il bambino non indulga in tale attività.

Il corpo dei compagni rappresenta un ulteriore campo di curiosità e permette la scoperta delle differenze sessuali; le spiegazioni degli adulti assumono grande importanza e devono soprattutto sottolineare la bellezza e la piacevolezza del corpo maschile o femminile, del quale non bisogna vergognarsi di nessuna parte né credere di essere stati privati di qualche elemento o che ciò possa avvenire per un qualsiasi motivo (la punizione ad esempio).

I bambini in età prescolare di solito non si vergognano del loro corpo, amano stare nudi e sono curiosi di osservare il loro, il corpo di altri bambini e anche quello dei genitori esprimendo il desiderio di toccarli mentre fanno la doccia.

Anche il gioco sessuale è utile per lo sviluppo dell’identità di genere e di ruolo e normalmente è importante che non venga represso neppure se assume forme che, agli occhi adulti, possono apparire erotiche.

Tali attività ludiche genitali, prima solitarie, assumono via via un carattere più sociale, strutturandosi in attività quali guardarsi a vicenda, toccarsi, fare giochi che hanno a che fare con il sesso come ad esempio il “gioco del dottore”. Il gioco sessuale per i bambini non ha lo stesso significato che ha per gli adulti, per i bambini si tratta di essere curiosi del proprio corpo e delle differenze tra i sessi.

La reazione dei genitori a tali giochi sessuali spesso è negativa, per l’adulto è il sesso a prevalere nel gioco, ma per i bambini non è così e quindi non riescono a capire la loro reazione. Le bambine di solito vengono ammonite perché non li facciano, specie con i maschi. I bambini invece o vengono puniti oppure viene loro trasmessa una certa fierezza per essi, tali atteggiamenti conducono a confusione cognitiva e potrebbero ostacolare l’apprendimento di una visione serena sulla propria sessualità.

Lo sviluppo della sessualità dipende chiaramente da metodi educativi che, a loro volta, sono in funzione della cultura.

L’interesse per gli aspetti sessuali da parte dei bambini sono chiaramente espressi a partire dai 4-5 anni, quando arrivano agli 8-9 anni possono addirittura arrivare a sperimentare l’intera gamma degli atti sessuali come la masturbazione, coito compreso, da soli o in gruppo. A questa età tali attività sono caratterizzate dall’elemento erotico e non si tratta più di un gioco: viene attivamente ricercato l’eccitamento sessuale; tali esperienze rappresentano importanti occasioni di apprendimento e influenzano lo sviluppo psicosociale.

Il gioco omosessuale ed eterosessuale costituisce un normale processo di crescita senza particolari conseguenze predeterminate per l’età adulta.

Tali attività autoerotiche non sono dannose ma devono essere considerate normali e utili per una maggiore conoscenza della propria sessualità e di ciò che produce piacere, fondamentale per i susseguenti rapporti a due.

Come già sottolineato a più riprese le risposte e l’atteggiamento dei genitori davanti ai comportamenti dei figli sono importanti, perché a seguito di questi il bambino svilupperà la sua identità, la sua capacità di accettarsi e di relazionarsi agli altri.

I bambini vanno abituati fin a piccoli al contatto fisico, alle coccole, e va insegnato loro che questo serve per dimostrare amore e dare e ricevere piacere fisico.

È importante non condannare comportamenti di esplorazione, toccarsi è normale e sgridare il bambino bloccherebbe la sua spontaneità trasmettendo un messaggio negativo rispetto al suo corpo.

Condannare tali comportamenti potrebbe avere l’effetto di incentivare, in sede privata, l’ auto stimolazione dei genitali, non funzionale in questo caso per la consapevolezza da parte del bambino che si tratta di una “pratica proibita” secondo il punto di vista dei genitori.

Il fare finta di niente è un’altra modalità che risulta negativa, il bambino infatti resterà confuso nel non avere prodotto nei genitori nessuna reazione che, in qualche modo, gli indichi la strada giusta. Anzi, appena possibile, è bene far parlare il bambino del proprio organo sessuale e parlargliene in modo semplice.

I giochi che mettono in atto i bambini che comprendono aspetti sessuali non vanno interpretati da una prospettiva adulta: il bambino sta solo cercando di conoscere il proprio corpo, risulta quindi negativo sgridarlo poiché in seguito potrebbe associare il piacere al senso di colpa. Mentre, accettare il suo gioco, mostrando che lo abbiamo notato, indicando casomai dei confini e delle regole/norme sociali.

Le reazione dell’adulto dipende ovviamente dal suo vissuto, dalle esperienze positive e negative, dai significati di cui investe il rapporto col proprio corpo. A volte quello che manda in crisi i genitori è il non sapere gestire la scoperta da parte del bimbo di una parte del corpo che dà piacere.

Per favorire l’armonioso sviluppo affettivo di un bambino è necessario fargli seguire le sue tappe evolutive e non accelerare i tempi. È sempre sconsigliabile compiacersi della presunta precocità del bambino.

Davanti a comportamenti precoci bisogna ricordare che il bambino non ha raggiunto ancora una maturazione adeguata e che non si tratta mai di comportamenti straordinari Probabilmente il bambino è stato influenzato da qualcosa di esterno (tv, amici, noi stessi, una rivista) e traduce il suo bisogno di ammirazione in forme adulte di rapporto, estranee alla sua maturazione affettiva.

L’educazione sessuale deve essere anche educazione sentimentale, soprattutto oggigiorno.

Se i genitori parlano con i figli del loro corpo e dei sentimenti e dei comportamenti che riguardano il sesso, i bambini imparano che parlare di sesso con i genitori è una cosa bella. Far capire ai propri figli che possono rivolgersi a loro e parlare liberamente è uno dei modi migliori che i genitori hanno per aiutarli a costruire la loro scala di valori.

 

Per approfondimenti:

  • Déttore D. “Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale”.
  • Laplanche J., Pontalis J.-B. “Enciclopedia della psicoanalisi”.