Che cosa sono e come si manifestano
Con questa categoria si fa riferimento a tutti quei disturbi che riguardano l’alterazione del ciclo sonno-veglia, tra i quali i più comuni sono l’insonnia (incapacità di prendere sonno e frequenti risvegli, nonostante l’effettivo bisogno fisiologico di dormire), l’ipersonnia (o narcolessia, in cui è presente una eccessiva e ingiustificata sonnolenza), i disturbi del sonno correlati a problemi respiratori (apnee notturne, in cui la respirazione rallenta o si interrompe durante il sonno), o disturbi legati alla presenza di incubi notturni.
Le persone con questi tipi di disturbo non riescono a trarre beneficio dal loro riposo, definendo il proprio sonno come insufficiente o insoddisfacente nella qualità e nella quantità, con un conseguente stress e disagio durante le ore di veglia.
I disturbi del ciclo sonno-veglia sono spesso accompagnati da depressione e ansia e possono rappresentare dei fattori di rischio per lo sviluppo di altri disturbi mentali e disturbi legati all’uso di sostanze.
Per poter fare diagnosi di disturbo del ciclo sonno-veglia, oltre alla frequenza con cui gli episodi devono presentarsi (almeno tre volte a settimana per circa tre mesi), occorre considerare la co-presenza di condizioni mediche e neurologiche che quasi sempre sono presenti laddove compare un disturbo del sonno (ad es. depressione).

Trattamento
Nei casi in cui i disturbi del sonno sono occasionali, le persone che ne soffrono possono essere aiutati da una cura farmacologica, mentre per quanto riguarda i disturbi cronici si può trarre beneficio da trattamenti non-farmacologici. Numerosi studi hanno dimostrato come una terapia cognitivo-comportamentale possa essere il trattamento di elezione per questi disturbi. Obiettivo del percorso terapeutico sarà quello di modificare tutti quei fattori (comportamentali, psicologici e fisiologici) che mantengono il disturbo, affrontando temi quali le cattive abitudini messe in atto prima di dormire o alcune preoccupazioni che causano tale alterazioni. Inoltre, molto utile sarà l’apprendimento di tecniche quali il rilassamento progressivo e la distrazione immaginativa.
Obiettivi specifici della terapia cognitivo-comportamentale in pazienti affetti da disturbi del sonno sono di alleviare eventuali preoccupazioni che possono impedire l’addormentamento o provocare il risveglio, modificare alcune eventuali aspettative o credenze disfunzionali riguardo al sonno, e alleviare il disagio provocato dalle conseguenze che un’alterazione del sonno può avere durante il giorno.

Per sapere di più sull’argomento
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore