di

Francesca Solito

 

Il clima di emergenza causato dalla diffusione del Coronavirus ha stravolto la quotidianità delle persone allarmando e creando incertezze rispetto a come affrontare una situazione inaspettata, nuova e ingravescente. Questa circostanza critica fa emergere varie emozioni come la paura, l’ansia, la tristezza, molti genitori si stanno chiedendo come poter affrontare al meglio le proprie emozioni e quelle dei propri figli. Dato il clamore e l’allarme del momento può accadere che i piccoli siano investiti, anche involontariamente, dalle ansie degli adulti che li circondano, sviluppando nella loro mente idee, pensieri catastrofici che generano intense emozioni di paura e angoscia.

Per i genitori, come primo step, è importante riconoscere e comprendere le loro emozioni per poi farlo con quelle del proprio bambino o ragazzo. Essere consapevoli di quello che si sta provando, dei timori e delle preoccupazioni, permette di mettere in atto delle strategie autoregolatorie utili a contenere tali emozioni in modo che esse non “contagino” i piccoli. Un genitore che sta provando paura può riuscire a gestirla e mostrare ai suoi figli che ci si può difendere dalla paura utilizzando il buon senso. Provare paura è normale in una situazione di questo tipo quindi negarla serve a poco o meglio si rischia di ingannare il bambino. Il genitore può portare il figlio a riflettere sul fatto che l’emozione di paura è utile perché ci permette di proteggerci e adottare tutte le misure di prevenzione come tenerci a distanza dagli altri o non andare a scuola per un periodo. Queste misure permettono di ridimensionare un’eventuale paura incontrollata rendendoci consapevoli che disponiamo di strumenti per affrontare la situazione.

Tanti genitori si stanno trovando di fronte al problema di come affrontare l’argomento di tutto ciò che sta accadendo con i figli, molti sono spaventati dal bombardamento di notizie. Può rivelarsi molto utile parlare con loro, instaurare un confronto, rispondere con sincerità alle loro domande. Il genitore può cercare di veicolare le informazioni a vari livelli di profondità sulla base delle richieste del figlio e della sua età.  L’esposizione ai media deve essere limitata e soprattutto filtrata, controllata, spiegata.

I bambini possono spaventarsi o interpretare notizie che non hanno del tutto compreso, per questo è importante tutelarli e stabilire un dialogo continuo, basato sulla disponibilità. Possibile che il figlio non faccia subito domande ma è molto probabile che lo faccia in seguito, con il passare dei giorni.

Il bambino può manifestare paure notturne, risvegli, brutti sogni, maggiore irritabilità, pianto eccessivo, difficoltà di concentrazione durante la giornata, questi segnali devono esserti colti dagli adulti. Bisogna cercare di favorire un dialogo, il bambino deve sentire di potersi aprire secondo i suoi tempi, al genitore spetta di dargli modo di esprimersi. I più piccoli possono manifestare la paura che accada qualcosa di brutto ai propri genitori, in loro si crea velocemente l’associazione tra malattia contagiosa che sta facendo ammalare molte persone e la possibilità che la malattia colpisca o addirittura faccia morire il proprio genitore.

In questo caso è fondamentale far sentire al sicuro il bambino, rassicurarlo, legittimare e ridurre l’intensità delle sue emozioni. Trovare le giuste parole è importante quanto farlo con un tono disteso, convincente che trasmetta certezza e fiducia.

In questo momento di isolamento dove sono saltate le consuete routine è importante riorganizzare la quotidianità dei bambini mantenendo salde le ritualità abituali, così da creare per loro un senso di prevedibilità e sicurezza. Seguono alcune indicazioni utili per il raggiungimento di questo obiettivo:

o la sera precedente programmare con loro la giornata successiva, pianificare attività, fare un vero e proprio progetto;
o mantenere l’ora del risveglio nella prima mattina;
o farli vestire in abbigliamento diurno;
o identificare in casa uno spazio dedicato allo studio;
o stabilire degli orari: programmare l’inizio e la fine delle attività didattiche
o pianificare le attività didattiche: stimolare la programmazione anche tramite la condivisione con gli insegnanti; 
o prevedere dei momenti di pausa: ad esempio a metà mattinata; 
o rinforzare l’uso corretto della tecnologia: rendere produttivi, con un giusto equilibrio, smartphone, tablet, computer ecc. per l’attività didattica e sociale. Rappresentano sistemi per rimanere a contatto a distanza con gli amici, i nonni;
o calibrare la quantità di stimoli da proporre ai bambini per evitare di ingenerare un overbooking che più facilmente può portarli a irritabilità e reazioni di rabbia. Questo significa abbassare il livello e la quantità di stimoli per recuperare calma e tranquillità (ancora più necessarie in questo momento);
o minimizzare potenziali situazioni di conflitto: la convivenza tra genitori in smart working e ragazzi a casa potrebbe essere difficile. Soprattutto con gli adolescenti, è consigliato minimizzare le dinamiche fisiologiche che potrebbero portare allo scontro;
o farli mangiare in modo sano, farli riposare regolarmente e favorire il gioco tra i familiari, ridere, cantare, ballare e praticare attività motoria dentro casa per divertirsi e scaricare tensioni.

I bambini sono più influenzati emotivamente da ciò che sperimentano in famiglia rispetto a quello che accade al di fuori. I genitori pertanto hanno la possibilità di proteggere il benessere dei loro figli affrontando questa situazione di emergenza rimanendo presenti, centrati, equilibrati, fiduciosi e positivi