Che cos’è e come si manifesta                                                                                                                           

Nel disturbo d’ansia generalizzata si vive in uno stato pressoché costante di ansia e preoccupazioni eccessive all’idea degli innumerevoli pericoli che possono insidiare l’esistenza, i temi su cui si rimugina sono diversi e possono essere i più variegati, come la propria stabilità economica, le prestazioni lavorative o scolastiche, la salute dei propri cari, eventuali catastrofi naturali, ecc.
Lo stato di allarme si associa a fastidiosi sintomi fisici come irrequietezza, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, tensione muscolare, alterazioni del sonno. Le preoccupazioni sono difficili da gestire, causano molto disagio e inficiano il funzionamento sociale o lavorativo (o scolastico). Sembrerebbe conveniente prenderle meno sul serio, ma risulta difficile farlo perché i soggetti che ne soffrono pensano che lo stato di allarme servirà a proteggerli non consentendo loro di abbassare la guardia, ad un certo punto però iniziano a preoccuparsi della propria costante preoccupazione. Temono che sia un segno di debolezza e che logoreranno il loro organismo rendendolo più vulnerabile. Coesistono quindi convinzioni sull’opportunità di preoccuparsi con credenze sulla loro nocività. Ad esempio si può pensare:
-rimuginare mi aiuta a gestire meglio le situazioni;
-se mi preoccupo posso evitare che accadano cose terribili;
-se rimugino sono sempre pronto ad ogni evenienza.
Contemporaneamente ci si può dire:
-non ho il controllo delle mie rimuginazioni;
-rimuginare può condurre alla follia;
-potrei essere sopraffatto dalle rimuginazioni.

Trattamento
Nella gestione di problemi contingenti si incoraggia l’uso del problem solving che porta a qualche tipo di azione finalizzata. Gli eventi futuri incontrollabili invece non possono essere affrontati nel qui ed ora. Durante l’intervento vengono fornite informazioni sul ruolo giocato nel mantenimento del disturbo dalle credenze positive e negative sulle preoccupazioni; si individuano e si mettono in discussione i pensieri disfunzionali alla base del disturbo; vengono insegnate tecniche di gestione degli stati d’ansia e tecniche di accettazione dei pensieri e degli stati mentali disturbanti, questi infatti sono destinati a risolversi da soli, se non divengono oggetto di un deliberato rimuginio; si invitano poi i soggetti all’esposizione graduale degli stimoli temuti, sfidando così le convinzioni disadattive.
Col progredire della terapia i pazienti iniziano a valutare gli eventi mentali, come rimuginii e preoccupazioni come fenomeni che non hanno effettivo influsso sugli eventi esterni: si può decidere deliberatamente di preoccuparsi o al contrario ignorare le preoccupazioni senza che questo incida sui fatti. Quello che cambia è lo stato psicofisico, infatti se un soggetto è in allarme tende a vedere più rischi e a sovrastimare le probabilità di esiti infausti. Rimuginare su possibili catastrofi abbassa il tono dell’umore, e un umore basso più facilmente fa cogliere nella realtà elementi negativi o fa affiorare ricordi spiacevoli del passato. Si crea quindi un circolo vizioso tra stato di allarme, preoccupazioni, tono dell’umore e sintomi fisici, che possono essere vissuti come prova che la situazione sta sfuggendo di mano e ci si sta danneggiando.
L’intervento cognitivo-comportamentale porta quindi a:
-rivalutare la pericolosità effettiva delle preoccupazioni;
-rivalutare l’utilità e quindi la necessità di preoccuparsi per prevenire possibili pericoli;
-sviluppare un senso di autonomia dalle preoccupazioni: si tratta di eventi mentali a cui non occorre porre rimedio con tentativi di distrazione, rimuginazioni o richieste di rassicurazioni, queste hanno il solo effetto di mantenere il disturbo.

Per sapere di più sull’argomento                                                                                                                        

American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore

Andrews G., 2003. Trattamento dei disturbi d’ansia. Guide per il clinico e materiali per chi soffre del disturbo. Centro Scientifico Editore

Sassaroli S., Lorenzini R., Ruggiero G.M., 2006. Psicoterapia cognitiva dell’ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento. Raffaello Cortina Editore

Wells, A., 1999.Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia.  Edizioni McGraw-Hill Education

http://div 12 org/psychological-treatments/disorders/generalized-anxiety-disorder/