di
Debora Pratesi

L’uso del colore nei disegni dei bambini

 

Il disegno per il bambino è gioco, espressione e comunicazione. Soddisfa bisogni ludici, affettivi, emotivi. Il disegno consente di dare spazio e sfogo al mondo emotivo e ai pensieri spesso difficili da comunicare verbalmente.

Spesso si è curiosi di ciò che vogliano esprimere i bambini attraverso il disegno e attraverso il colore dei loro disegni.

L’uso del colore rappresenta un aspetto  molto importante per la comprensione dei disegni dei bambini.

Quando lasciamo un bambino libero di disegnare vedremo che spontaneamente farà una scelta di uno o più colori; questo comunica molto di se stesso e del suo rapporto con il mondo attraverso le scelte di colore che effettua.

I colori scelti spontaneamente potranno variare secondo l’età, la situazione familiare, scolastica, le preoccupazioni, lo stato d’animo, ecc..

Come fare a comprendere il significato emotivo di un disegno attraverso i colori? Proviamo a dare una spiegazione psicologica del significato che i colori possono assumere nei disegni di bambini e ragazzi.

L’analisi dei colori fornisce informazioni preziose e quelli scelti o preferiti, magari ripetutamente, nei disegni dei bambini, rappresentano dei messaggi sul loro vissuto, sulle loro emozioni, sulle loro situazioni non sempre espresse a parole. La scelta ripetuta di uno stesso colore o di un limitato ventaglio di colori assumerà quindi un significato specifico per quel bambino in quel determinato momento di vita.

Generalmente si osserva che i bambini ben adattati utilizzano in media cinque colori diversi nei loro disegni. In bambini piccoli o introversi notiamo l’utilizzo di uno o due colori. Fino ai 7-8 anni può accadere che il bambino non colleghi tra loro, mentre disegna, l’oggetto e il suo colore reale; l’”errore” può dipendere dal proprio modo soggettivo di vivere i colori. Le scelte di tonalità assumono un più alto valore emotivo.

La simbologia cromatica suddivide i colori in toni caldi e freddi.

Tendenzialmente i colori caldi (rosso, giallo, arancione) esprimono e suscitano l’attività, l’eccitazione, stimolano serenità e gioia di vivere, inducono all’impulsività; sono quindi molto utilizzati da bambini di solito vivaci, curiosi, pieni di iniziativa, con una grande gioia di vivere innata.

I toni freddi (viola, blu, azzurro) esprimono e suscitano passività, calma, inerzia; ispirano malinconia, tristezza e inducono alla riflessione. Scelti da bambini tendenzialmente timidi e introversi con qualche spunto, talvolta, di tristezza.

Il verde viene di solito considerato come un punto di equilibrio; è considerato tale perché è il risultato cromatico dell’integrazione giallo/giorno con il blu/notte.

La sequenza dei singoli colori si rifà all’ipotesi cosmologica, è considerata cioè la progressione cromatica dell’arcobaleno.

Accade che attraverso l’esteriorizzazione di un determinato colore si realizzi un’”evacuazione” momentanea di ciò che è stato accumulato a livello emotivo. Di conseguenza suggerire un colore determinato, adatto alla sintomatologia individuale, serve ad allentare una tensione presente in quel momento nel soggetto.

Vi sono scelte di colore statisticamente frequenti a determinate età.

Il bambino molto piccolo, tra i 2 e i 3 anni, ha bisogno soprattutto di lasciare una traccia di sé, di riconoscere se stesso nel foglio e generalmente lo fa utilizzando colori molto scuri come il blu, il marrone e il nero; questa scelta non ha un significato né di depressione né patologico, per lo mento nella maggioranza dei casi.

Dai 3 ai 6 anni i bambini di solito sono più attratti dai colori vivaci e maggiormente dal colore rispetto alle forme. Tendono a preferire colori decisi dai toni violenti e poco sfumati dato che ancora non è subentrato l’interesse e l’attenzione per le sfumature ei toni più chiari pastello.

Dopo i 6-7 anni, i toni diventano meno violenti, sia per l’influenza della scuola che per il crescente sviluppo cognitivo razionale. È quindi normale trovare nei disegni di scuola materna soprattutto colori intensi e caldi, mentre solo i bambini più critici e controllati opteranno per colori più freddi che sono invece colori tipici di questa età.

Dopo i 7-8 anni il colore comincia ad acquisire una modalità soggettiva. Il bambino manifesta le sue preferenze anche verbalmente. La risonanza emotiva ispirata da un colore appare con chiarezza anche nel disegno: ci sta offrendo un’informazione sullo stato d’animo ma anche sul suo temperamento di base.

Fin verso i 10 anni i colori sovrabbondanti sono comunque tonalità fredde del blu e del verde, eventualmente mescolati ad altri colori più vivaci.

Tra gli 8 e 10 anni il bambino ha cominciato a cogliere le relazioni tra colori ed oggetti, che inizialmente sono limitate a quegli oggetti che hanno per lui un valore emotivo; per esempio può rappresentare tutte le donne con i capelli biondi perché la mamma è bionda e per lui ha una forte valenza affettiva. Man mano che cresce, il bambino scoprirà un numero sempre più vasto di relazioni e comincerà ad osservare la realtà cercando di rappresentarla; ad esempio disegnerà il cielo blu, i tetti rossi, le foglie verdi e così via: è il periodo del disegno fotografico. Poiché egli cerca ancora sicurezza nelle proprie scelte, potrebbe colorare il cielo di blu anche quando è grigio, i tetti rossi anche se sono marroni. Cerca cioè nei colori la conferma alle sue recenti scoperte che via via gli fanno prendere confidenza col mondo e con la realtà, ma continuerà ad effettuare scelte di colore dettate dall’emotività, perché sono immediate, a differenza dell’impegno verso un disegno che è già più razionale e condizionato da elementi più cognitivi.

Dopo gli 11 anni, il bambino scopre il variare dei colori degli oggetti e progressivamente riporterà sul foglio la realtà. Il passaggio alla ricerca realistica non va forzato, perché nell’uso spontaneo del colore sono implicati non solo fattori di maturazione intellettiva, ma profondi fattori emotivi.

I colori hanno una valenza universale e forniscono informazioni anche sulla personalità e lo stato d’animo degli adulti. Vi sono significati standardizzati ma essi vanno inseriti in una gamma molto più ampia di fattori, che vanno presi in considerazione nel loro insieme, prima di giungere ad una interpretazione globale di personalità attraverso i disegni.

Allo stesso tempo il nostro stato emotivo è influenzato, come del resto lo stato fisico, da tutto ciò che ci circonda, compresi i colori; basta pensare a come ci potremmo sentire a doverci addormentare fra quattro pareti rosso scarlatto o se preferiremmo invece abbandonarci immersi in un blu rilassante; siamo cioè suscettibili alle variazioni della colorazione ambientale e ci adattiamo ad essa.

Osserviamo il significato di ogni singolo colore tenendo conto che difficilmente si troverà in una sola persona un carattere “puro” perché non troveremo una univoca e netta preferenza verso una sola tonalità.

Il colore rosso, se osservato per alcuni minuti, provoca un’accelerazione del battito cardiaco, della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria; il rosso ha quindi un effetto di accelerazione del ritmo sulle funzioni corporee del sistema vegetativo. Il rosso è l’espressione della forza vitale, dell’attività nervosa e ghiandolare, rappresenta il desiderio in tutte le sue forme. Che soffre di uno stato di agitazione difficilmente tollererà la visione del rosso per molto tempo preferendo la visione di colori come il blu, colore della calma. Il rifiuto del colore rosso nei disegni potrebbe indicare un’avversione verso la vitalità trasmessa da questo colore, come se fosse vissuta in modo minaccioso; uno stato di stress, di tensione, di sovraeccitazione che non permette di rilassarsi per i motivi più svariati.

Il blu rappresenta il colore fisiologico e psichico della quiete; è la calma, l’abbandono, la profondità di sentimento, la capacità riflessiva. È la caduta delle tensioni, l’appagamento, la capacità di contemplazione. La visione del blu ha di solito un effetto tranquillizzante sul sistema nervoso. Osservando il colore blu per alcuni minuti si riducono la pressione arteriosa, la frequenza del polso e del respiro ed il corpo si prepara a rilassarsi. Chi sceglie frequentemente il blu nei disegni manifesta sensibilità ma anche spiccata ipersensibilità, empatia, tendenza all’armonia e di solito preferisce un ambiente calmo intorno a lui, ordine e rispetto.

Il giallo è il più vivace tra i colori. Ha un effetto luce che comunica allegria, apertura, sorriso, leggerezza. È il colore dell’espansione e della socialità. Come il rosso, ha un effetto di attivazione fisiologica ma la sua azione è meno stabile e persistente. Stimola lo sblocco delle tensioni, l’ottimismo, il buon umore, la speranza, il libero sfogo. A livello fisiologico rappresenta la dilatazione, il buon funzionamento degli organi gastrointestinali. A livello emotivo la capacità di guardare al futuro; il giallo infatti, produce, in chi lo guarda, una sensazione di calore e benessere. In cromoterapia, il giallo aiuta a liberarsi dei pesi, dei fastidi delle restrizioni; conferisce un rilassamento diverso dal blu, legato ad un’affettività non inibita, aperta alla novità e alle possibilità di rinnovamento.

Il verde contiene in sé sia il blu che il giallo, variamente mescolati, secondo la tonalità di verde che si vuole produrre. In ogni caso, blu e giallo rappresentano, con le loro caratteristiche in opposizione, una certa tensione “elastica”, un’energia che può sia rimanere paralizzata o trovare la sua direzione e quindi diventare attiva. Il verde racchiude così la potenzialità di movimento, di indirizzo dell’energia verso una meta; esprime la volontà, la perseveranza, la tenacia. Ma insieme alla fermezza, esprime anche la resistenza ad ogni cambiamento, è per questo che viene considerato un colore statico, non possiede energia che agisce, ma una energia ferma e accumulata che può creare tensione. Il verde risulta  incapace di vera quiete come il blu, ma anche di attivarsi nell’azione come accade al giallo. Questo colore agisce come una diga dietro la quale l’eccitazione degli stimoli esterni si ammassa senza essere filtrata.

Il viola è una miscela tra rosso e blu. Possiede quindi caratteristiche di ambedue questi colori. Il viola tende ad unificare le caratteristiche impulsive del rosso, col cedere tranquillo del blu. Il viola è quindi considerato il colore della sensibilità, della fusione con l’altro, della ricerca assoluta dell’unità, dell’amore, della dedizione. Considerato inoltre il colore degli artisti, per la suggestionabilità e la sensibilità che ne sono le caratteristiche principali. Il temperamento corrispondente è perciò seduttivo, ambiguo, capace di trasformazione.

È frequente come scelta adolescenziale e pre-adolescenziale, si presume si tratti per la maggior parte di scelte transitorie dell’età; scelta legata al mondo magico nel quale ancora possono permettersi di vivere, all’abbandonarsi delle illusioni e ai sogni che, sperano, come per incanto si possano tramutare in realtà. Si tratta quindi di bambini e ragazzi che si rifugiano in questo loro mondo di fantasia, che preferiscono sfuggire piuttosto che imparare ad affrontare. Il viola ha in se anche il desiderio di affascinare l’adulto, porta a maniere un po’ seduttive da parte del bambino o dell’adolescente che lo predilige, ciò che maschera un suo bisogno di approvazione, da cui dipende la sua sicurezza. La persona adulta e mentalmente matura tende a preferire i colori base.

Il colore marrone si ottiene mescolando rosso, giallo e nero. In questo colore vengono quindi uniti la forza vitale e impulsiva del rosso attenuata e smorzata dal nero con l’apertura e la socievolezza del giallo. Il marrone rappresenta allora la soddisfazione in senso lato, anche corporea, intesa come fisicità. Generalmente questo colore denota equilibrio se viene scelto come colore “nel giusto mezzo”, cioè non come tonalità prevalente, ma nemmeno come ultima. È il colore del comfort, della sicurezza, della tranquillità, del luogo sicuro, dell’ambiente accogliente: bisogni elementari ma vitali per l’essere umano. È il colore che può rappresentare una ricerca della precedente sicurezza momentaneamente perduta.

Il colore grigio è considerato il colore “maschera”, perché è in realtà un “non colore”, è un colore neutrale libero da ogni stimolo o tendenza psicologica, in sé non ha né la tensione né lo sblocco. Colore di chi si trova a non saper decidere, a prendere tempo e, pur di non agire, si costruisce un riparo. È il colore di chi si protegge, diffida, cerca di erigere un muro per non coinvolgersi in prima persona con la tendenza ad auto ingannarsi per un bisogno interiore di compensazione. Può compiere scelte che non sono dettate da vero interesse, ma da altri bisogni non consapevoli.

Il nero è il più scuro dei colori e rappresenta la negazione del colore stesso. Esprime l’idea di definitivo, di confine con la vita per la sua caratteristica di oscuro in senso assoluto. Il nero rappresenta il “NO”, la negazione, l’opposto del “SI” bianco. E come il bianco è la storia non ancora scritta, l’ampia gamma di possibilità, la pagina ancora intatta, il nero simboleggia la fine, il nulla. A differenza del grigio, che permette ancora l’attesa, prima di prendere una decisione, la scelta del nero è definitiva ed estrema. Il nero rappresenta la rinuncia, la resa, l’abbandono, ma anche l’ostinazione aggressiva, la ribellione. Viene considerato come il colore dell’adolescenza, quando i ragazzi vivono contro tutto e tutti, negando ogni cosa della società vigente. Viene usato il nero per compensare altri bisogni non soddisfatti, per protestare, per lanciare un messaggio di testarda rinuncia alla situazione esistente: contro qualcosa che non condivide.

Il colore rosa è un misto di bianco e rosso ed esprime armonia. Rappresenta infatti le caratteristiche del rosso, energia, iniziativa, slancio, attività, miscelate a quelle del bianco, che simboleggia lo spazio possibile, non ancora utilizzato. In questo caso il bianco è aggiunto per attenuare l’energia del rosso, che si manifesta in maniera meno impulsiva e dirompente. È un colore consigliato per stimolare l’immaginazione, la creatività e i pensieri positivi. È però un colore capace di stimolare il sistema nervoso, quindi chi è ansioso e nervoso, tenderà a scegliere un altro colore, privo dell’energia del rosso. Nella sua composizione armonica tra due opposti simboleggia anche la perfezione, intesa come capacità a sviluppare tutte le potenzialità di una persona in un processo evolutivo e spontaneo.

Il colore azzurro è tipico dei bambini pazienti e docili, fondamentalmente sereni. Chi lo utilizza nei propri disegni, oscilla fra due forze contrapposte: l’eccitazione del fare e il rimanere passivo. L’incertezza del sapersi muovere in una direzione rimanendo così ad osservare cosa accade intorno, senza al momento prendere iniziativa. Rappresenta le potenzialità personali ma senza prendere di petto le situazioni, aspettando di utilizzare le proprie risorse nel modo migliore. I soggetti che usano molto l’azzurro sono piuttosto lenti e restii ad apprendere in modo rigido, soprattutto nella sfera logico matematica. Solitamente sono bambini ubbidienti e disponibili, ma tendono ad assumere un comportamento di aspettativa passiva o di resistenza muta verso l’esterno come difesa.

Il colore bianco, il “non colore” per eccellenza, si manifesta nello spazio del foglio non utilizzato, nei margini lasciati liberi, nella parte superiore o inferiore non riempita da disegno o scritto. In ogni caso, il bianco, rappresenta sempre lo spazio che non si vuole o non si deve invadere, la zona proibita della stato interiore in cui si trova il bambino. Rappresenta generalmente la difficoltà di comunicazione con gli altri.

Ma quando i colori vanno considerati come “campanelli di allarme”?

Di solito nessun colore, se preso singolarmente, è da considerarsi come un disagio ma lo può diventare nel contesto di alcune situazioni.

Generalmente i segnali di disagio sono rappresentati dal rifiuto categorico di colorare o di utilizzare certi colori; dall’uso quasi esclusivo e ripetuto in più disegni del colore nero o comunque dall’uso ripetuto ed insistente di un solo colore.

Il criterio della “prevalenza” del colore utilizzato è da considerare come possibile presenza di un disagio in atto: quando osserviamo cioè il disegno e notiamo in modo ripetuto e costante che un medesimo colore emerge su tutti gli altri in senso quantitativo.

È molto importante osservare i bambini che disegnano e vedere come essi possono dire molto di sé attraverso la rappresentazione grafica e dei colori. È però altrettanto importante porre sempre attenzione ai tanti fattori contestuali che vanno ad influenzare il bambino quando disegna. Il disegno rappresenta uno strumento utile per riflettere ed offre spunti interessanti per osservare il bambino in maniera più attenta e partecipe. La riflessione sulla scelta dei colori nei disegni dei bambini può essere fatta solo tenendo conto della storia personale nella sua unicità e non è possibile trarre conclusioni dirette solo dalla scelta dei colori utilizzati.

È vero che se certe scelte cromatiche permangono nel tempo e diventano pervasive in tutti i disegni, è possibile quindi prestare maggiore attenzione, favorendo uno sguardo più attento sul bambino e se necessario richiedere la consulenza di una persona specializzata nell’ambito specifico della psicologia dell’età evolutiva.

di Debora Pratesi

 

 

Per approfondimenti:

  • Gli adulti di fronte ai disegni dei bambini. Di Paola Federici.
  • Il tuo bambino lo dice con i colori. Di Paola Federici.