di
Debora Pratesi

La punizione rappresenta un metodo efficace, come altri, per regolamentare i comportamenti dei bambini; anche se appare come un metodo negativo è semplicemente un termine tecnico che si riferisce all’applicazione di una conseguenza che ha l’effetto di ridurre la probabilità di future ripetizioni di qualsiasi comportamento a cui segue immediatamente; è cioè un modo per diminuire la probabilità che si verifichi un certo comportamento indesiderato nel futuro.

Si definisce “punizione” il verificarsi di un evento negativo o spiacevole che segue a un particolare comportamento; quando la punizione è efficace riduce la frequenza del comportamento.

Uno “stimolo punitivo” è l’ evento che, quando presentato immediatamente dopo un comportamento, ne provoca la diminuzione in termini di frequenza; quando si è riusciti ad individuare che un evento funziona come stimolo punitivo in una determinata situazione, tale evento può essere usato per ridurre altri comportamenti di quel bambino in altre situazioni.

La punizione influenza il nostro apprendimento nel corso della vita, ad esempio, le conseguenze immediate del toccare il fornello caldo ci insegnano a non farlo più.

È importante però sottolineare che la punizione nel campo della modificazione comportamentale non può essere utilizzata deliberatamente.

Molti sono i tipi di eventi che, quando erogati come conseguenze di un comportamento, funzionano come stimoli punitivi; essi sono classificati in diverse categorie.

La punizione fisica comprende tutti quegli stimoli punitivi che attivano i recettori del dolore o altri recettori sensoriali che tipicamente rievocano sensazioni spiacevoli; esempi di tali stimoli sono le sculacciate, i pizzicotti, la scossa elettrica, l’odore di ammoniaca, i bagni freddi, i suoni molto forti o striduli, il solletico prolungato, le tirate di capelli. Accade nel quotidiano di mettere in atto alcuni di essi, maggiormente le sculacciate per “punire” un comportamento negativo, ma di solito essi vengono indicati in situazioni critiche o drammatiche dove non vi sono alternative e la gravità non permette di utilizzare altre strategie meno aversive.

La punizione fisica spesso scaturisce più dal livello di rabbia del genitore che non dal comportamento del bambino in quel momento; induce tra l’altro a evitare colui che la dispensa, quando viene usata dai genitori esclusivamente o eccessivamente il bambino potrebbe imparare ad evitarli; inoltre la punizione fisica fornisce un modello di aggressione e utilizzo della forza fisica con effetti negativi sull’accettabilità di picchiare gli altri.

I rimproveri sono forti stimoli verbali negativi contingenti ai comportamenti inappropriati che implicano uno sguardo severo e a volte una presa risoluta, essi di solito risultano di potenziata efficacia associati ad altre forme di punizione..

Il time-out prevede che un individuo venga spostato da una situazione più rinforzante a una meno rinforzante come conseguenza di un dato comportamento; consiste cioè nell’allontanare il bambino dagli stimoli interessanti che ha intorno.

Si rimuove il bambino da tutto ciò che è interessante nel momento in cui si verifica un particolare comportamento negativo, nel momento in cui si tolgono gli stimoli interessanti è importante tacere perché il rivolgere la parola in quello stesso momento può essere considerato qualcosa di positivo per il bambino, rinforzando paradossalmente il fatto che si comporti nuovamente in quel modo nel futuro. Allontanarlo dagli stimoli interessanti significa spostare il bambino in un luogo diverso, anche la stanza accanto, per pochi minuti, un luogo comunque privo di stimoli interessanti per evitare che essi possano coinvolgerlo nuovamente, spesso si usano stanze come il bagno o la lavanderia o qualunque stanza priva di divertimenti. Questa tecnica ha passaggi strutturati in modo personalizzato, quindi si costruisce sulla base del comportamento che si vuole diminuire e sulla base del contesto familiare e individuale.

Il costo della risposta è una strategia che implica la rimozione di una specifica quantità di rinforzatore a seguito di un dato comportamento. Nella vita quotidiana un esempio di costo della risposta è rappresentato da multe per violazioni; si somministra nella situazione in cui si verifica il comportamento da ridurre quindi senza alcun cambiamento nella situazione generale; viene tolto un rinforzatore di cui il bambino è già in possesso a seguito di una risposta indesiderabile.

Parallelamente a tali strategie è efficace incrementare risposte alternative desiderabili; significa che si dovrebbero individuare alcune risposte desiderabili che siano in competizione con il comportamento indesiderabile da eliminare. Tutto ciò è dunque attuabile grazie ad un programma adeguato e studiato in maniera personalizzata. Quando si attua un programma di punizione per ridurre un comportamento indesiderabile è quindi importante che prima venga progettato un programma di rinforzo positivo per favorire la comparsa di comportamenti alternativi desiderabili.

La “punizione” in generale, risulta essere molto più efficace quando lo stimolo aversivo è presentato immediatamente dopo il comportamento indesiderabile. Se venisse ritardato, nel frattempo potrebbe verificarsi un qualunque altro comportamento più desiderabile che verrebbe influenzato dallo stimolo aversivo in misura maggiore rispetto a quando accadrebbe per il precedente comportamento inadeguato. La punizione procrastinata è meno efficace, così come la punizione occasionale non lo è per niente.

La persona che assegna la punizione dovrebbe inoltre restare calma mentre la somministra, la rabbia e la frustrazione da parte di chi punisce possono rinforzare il comportamento indesiderabile o alterare la strategia.

di Debora Pratesi

 

Per approfondimenti:

  • Martin, J. Pear. Strategie e tecniche per il cambiamento. La via comportamentale.
  • E. Lochman, K. Wells, L. Lenhart. Coping Power. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti.