di
Pamela Calussi

Perché è sempre meglio essere sinceri con i propri figli

Nei piccoli e nei grandi eventi della vita tutti gli adulti si trovano prima o poi di fronte un grande dilemma: devo dire la verità a mio figlio o cercare di nasconderla, o peggio, di modificarla?

Questo accade per le cose quotidiane, come per esempio per spiegare ai bambini che devono rimanere all’asilo perché la mamma lavora -“Torno subito, vado un attimo nell’altra stanza!”-, o come è arrivato un fratellino, ma anche per le cose più grandi e se vogliamo più difficili da comunicare, come particolari situazioni familiari (adozioni, divorzi) o lutti e malattie.

 

Spesso la domanda che ci poniamo è se i bambini possano affrontare o meno una certa verità, se esistono cose che è meglio che non sappiano o cose che che debbano essere modificate per aiutarlo a superare le situazioni difficili nel migliore dei modi.

 

La maggior parte delle volte, la necessità di non dire la verità deriva più da una incapacità per gli adulti nel gestire tutte le emozioni ad essa correlate piuttosto che dalla paura che i bambini non la sappiano sopportare: spesso infatti, sono le bugie o le cose non dette a creare più oppressioni e più problemi.

 

Il motivo per cui non riusciamo a dire la verità è sicuramente legato alla paura di ferire e dal bisogno che abbiamo di tenerli lontani da ogni tipo di sofferenza: tuttavia spesso è nostro il bisogno di tenersi lontani dalle conseguenze che quelle “scomode” verità portano con sé, o fuggire dal nostro dolore o peggio creare una realtà positiva anche se finta.

 

Per esempio tutti noi, probabilmente, nella nostra famiglia, abbiamo avuto cose “scomode” di cui in nostri genitori non volevano parlare, e queste eredità pesanti ce le portiamo dietro ancora ad oggi: il peso di quelle bugie, il grado di sincerità sperimentato nella nostra famiglia, sicuramente ha influenzato il rapporto con i nostri genitori, e sicuramente potrebbe influenzare il grado di sincerità che avremmo con i nostri figli, e di conseguenza questo potrebbe indebolire il rapporto di fiducia che si può creare con loro.

Essere sinceri, invece, farà capire al bambino che può essere al sicuro, che si può fidare, e questo parte dalle piccole cose, come per esempio il salutare quando si va via e sopportare il pianto per la separazione piuttosto che scappare via con “l’inganno”, per arrivare alle cose più serie e dolorose, come per esempio spiegare un lutto piuttosto che dire “la nonna è partita per un lungo viaggio”.

 

Dire la verità, anche se è la scelta più giusta che possiamo fare, porta comunque ad un altro problema: trovare le parole giuste per spiegare ai bambini le situazioni più complicate, che dipende anche da come noi adulti siamo riusciti o stiamo riuscendo ad elaborare i nostri conflitti interiori derivanti dalla situazione stessa. I bambini possono convivere con verità dolorose, ma è anche vero che alcune cose devono essere tradotte in un linguaggio più semplice o con l’aiuto di immagini che lo aiutino a capire, e che sempre dobbiamo riuscire a calibrare le informazioni date in base all’età e al livello di maturità del bambino.

 

Sicuramente una delle cose più difficili da dire e da spiegare ad un bambino è la perdita di una persona cara. Il primo impulso di noi adulti è sicuramente quello di proteggere il bambino dalla sofferenza e dalle conseguenze che un lutto può avere: il nascondere la realtà, però, protegge il bambino solo immediatamente dopo l’evento accaduto, periodo in cui ancora tutte le persone che gli sono intorno ancora non hanno elaborato l’accaduto e rischierebbero di comunicare in modo sbagliato ciò che è successo. Il nostro silenzio, però, potrebbe danneggiare il bambino, che sicuramente, anche da molto piccolo, è in grado di capire che qualcosa non va, e proprio in quei momenti ha bisogno di essere sostenuto e guidato, ha bisogno di essere aiutato a comprendere e di percepire che intorno a lui ci sono persone che possono prendersi cura di lui e della sua sofferenza, e che siano in grado di superare il momento difficile.

Se non riusciamo a comunicare al bambino la verità subito dopo il fatto, è bene non dire frasi del tipo “sei troppo piccolo, non puoi capire, quando sei più grande te lo spiegherò”, ma è meglio usare frasi del tipo “è una cosa dolorosa per me, è difficile spiegarti, ma stai tranquillo lo farò presto, ci sono io accanto a te”.

Rassicurare, e non negare, perché la negazione, il fingere che vada tutto bene quando invece non è così, può portare solo confusione, disorientamento e malessere nel bambino.

Comunicare subito che qualcosa di negativo è successo, manda anche il segnale che si può parlare dei sentimenti negativi, di eventi brutti che purtroppo accadono, dando così loro il messaggio che è bene sfogarsi e raccontare, piuttosto che tenersi tutto dentro e negare una sofferenza: diventeranno adulti sicuramente più in grado di accettare ed affrontare esperienze negative nella vita.

 

Un’altra delle situazioni difficili che potremmo trovarci a comunicare ad un bambino è la separazione dei genitori, un evento che sicuramente è molto frequente e che ha delle ripercussioni immediate nei nostri figli, e il volerlo proteggere da una notizia del genere è una cosa assolutamente inutile e insensata.

La separazione dei genitori è un evento che ovviamente tocca da vicino i figli e provoca sofferenza e tristezza, ma molto spesso questo può preservarli da situazioni di conflitto, da litigi che magari si protraggono da anni e permette ai componenti della famiglia di iniziare una vita più serena.

In questi casi, come detto, il bambino probabilmente avrà già capito che “qualcosa non va”, magari ha assistito a litigi o semplicemente ha visto spesso malumori di mamma e papà: sentirsi però dire ciò che molto probabilmente immagina già, ha la funzione di aiutarlo a tenere sotto controllo i timori legati alla separazione e di non lasciarsi sopraffare dalla crisi. D’altro canto, gli adulti, devono riuscire a trovare il momento giusto per comunicare questo evento al bambino, e questo sicuramente dovrà coincidere con la presa di decisione definitiva da parte dei genitori circa la separazione.

Una regola fondamentale da seguire in questi casi è sicuramente quella di non comunicare la separazione per esempio il giorno prima in cui la mamma o il papà hanno deciso di andare via di casa, per dare modo al bambino di prepararsi a quel giorno. Ancora una volta è importante essere chiari, parlare apertamente dei propri sentimenti relativi alla separazione (senso di colpa, fallimento, tristezza), ribadendo che il bene per i figli non finirà, che non è un abbandono, e che tutti faranno il possibile affinché tutto rimanga come prima, almeno a livello affettivo.

 

Il bambino va quindi rassicurato, accolto, ma non protetto, perché potrebbe pensare di non “meritarsi “che i genitori dicano a lui la verità o magari che non gli viene detta perché sono loro ad aver sbagliato qualcosa.

 

Le situazioni in cui possiamo non sapere cosa dire ai nostri figli sono molte, e non sempre facili: adozioni, affidi, allontanamento dalla famiglia, malattie, ma la decisione più giusta che in ogni momento possiamo prendere è proprio quella di dire la verità ai bambini, perché dicendo loro delle bugie in realtà creiamo in loro confusione e insicurezze, perché i bambini, anche se molto piccoli, capiscono sempre che qualcosa non va.

 

 

 

Bibliografia

 

Perdighe, C. (2015). Il linguaggio del cuore. Riconoscere e accettare le emozioni dei propri figli e accompagnarli nella crescita. Erickson ed.

 

Wienan, I. (2004). Quanto essere sinceri con i figli? Come dire ai bambini anche le verità più difficili. Erikson ed.