di
Pamela Calussi

Introduzione: i disturbi dissociativi

A tutti noi sarà capitato di guidare fino al posto di lavoro e di non ricordarsi del tragitto fatto per giungervi. Quando si compiono atti routinari, infatti,  capita  che si abbassi il livello di coscienza e si inneschino quelli che vengono chiamati automatismi: si è meno vigili e meno concentrati su quello che stiamo facendo. Oppure, ci sarà capitato di pensare di aver fatto una certa cosa,  tipo buttare la spazzatura, quando invece la spazzatura è sempre lì. Questi piccoli “vuoti” di memoria possono accadere perché pensavamo ad altro, o ascoltavamo la radio, o eravamo distratti.

Nella maggior parte dei casi questo stato di “non attenzione” o questi piccoli vuoti di memoria non hanno ripercussioni o conseguenze negative sulla vita quotidiana; altre volte, invece, queste piccole amnesie possono aprire la strada a conseguenze terribili (basti pensare al fenomeno dei bambini dimenticati in auto). Questi episodi comunque sono temporanei.

Diverso invece è il caso di chi soffre di un disturbo dissociativo, caratterizzato dalla incapacità di ricordare le attività svolte e dalla sensazione di essere “scollegato” da se stesso e dal mondo che lo circonda.

I disturbi dissociativi sono caratterizzati da una discontinuità nella normale integrazione della coscienza, della memoria, dell’identità, della percezione e della rappresentazione del corpo e del comportamento.

Questi sintomi in genere compromettono il funzionamento psicologico, relazionale, sociale e lavorativo di una persona (DSM 5).

Dei disturbi dissociativi fanno parte:

  • Il disturbo dissociativo dell’identità
  • L’ amnesia dissociativa
  • Il disturbo da depersonalizzazione/derealizzazione.
  • Il disturbo dissociativo non specificato

I sintomi connessi a questo disturbo possono potenzialmente compromettere ogni area del funzionamento psicologico e possono essere così classificati:

  • Presenza di due o più identità distinte che comporta una forte compromissione della continuità del senso di sé, accompagnata da alterazioni negli affetti, nei comportamenti, nella coscienza, nella memoria, nella percezione, nella cognizione e nelle funzioni senso-motorie. Queste alterazioni possono essere auto-riferite o riportate da terzi.
  • Lacune ricorrenti nel richiamo di eventi quotidiani, di informazioni personali importanti e/o eventi traumatici.
  • I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione sociale, lavorativa o di altre aree di funzionamento.
  • Il disturbo non fa parte di una pratica culturale o religiosa largamente accettata.
  • I sintomi non devono essere attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o di un’altra condizione medica

L’amnesia dissociativa

Descrizione

L’amnesia dissociativa è caratterizzata dalla difficoltà o incapacità di ricordare informazioni che di solito sono facili da ricordare e ben conservate nella memoria (per esempio, informazioni autobiografiche). Essa si differenzia dalle amnesie permanenti, dovute per esempio a lesioni o danni  neurologici in quanto le informazioni “dimenticate” esistono ancora nella mente e potenzialmente potrebbero essere recuperate, a volte grazie a trigger ambientali di vario genere che possono innescare il ricordo, altre volte possono riemergere da soli.

Spesso l’amnesia può verificarsi non subito dopo l’evento stressogeno o traumatico che la innesca,

ma anche ore o giorni dopo.

 

L’amnesia dissociativa può essere:

  • Localizzata, in cui l’incapacità di ricordare avviene per un tempo limitato e di solito subito dopo l’evento traumatico o stressogeno.
  • Selettiva, in cui si ha la perdita di informazioni relative ad una parte degli eventi, mentre invece se ne ricordano altri.
  • Generalizzata, che comporta una totale perdita di memoria della storia di una persona, e, a volte, anche la perdita di informazioni relative alla propria identità.
  • Sistematizzata, nella quale si perde in memoria solo una particolare categoria di informazioni (per esempio, ricordi relativi ad una persona).
  • Continua, nella quale da un certo momento in poi si dimentica ciò che ci accade.

 

Esiste un sottotipo di amnesia dissociativa che viene chiamata fuga dissociativa, nella quale una persona che  non è in grado di ricordare nulla della sua identità né di ricordare il passato si allontana da casa per alcune ore o addirittura anni: durante questo episodio di fuga la persona, che può anche addirittura crearsi una nuova vita, non manifesta pattern comportamentali anomali e quindi non desta nessun tipo di preoccupazione. Può capitare che all’improvviso riaffiorino i ricordi circa la passata identità, e non si ricordi di cosa sia successo.

Anche la fuga dissociativa è spesso conseguenza di un forte stress.

 

Cause

In generale, in letteratura, l’amnesia è sempre stata associata alla presenza di forti traumi, eventi tipo guerra, terremoti, incidenti alla quale la persona ha assistito o dei quali ha fatto esperienza.

L’essere esposti ad un’esperienza traumatica attiverebbe in noi un sistema di difesa incaricato di proteggerci dalle minacce ambientali e che agirebbe distaccandoci dalle memorie connesse all’evento stesso come un tentativo di controllo e salvaguardia con lo scopo di proteggerci da un pericolo incombente (in questo caso, le conseguenze di un evento traumatico). Spesso, è proprio grazie alla rimozione dalle circostanze traumatiche che si ha un ritorno alla memoria.

 

Diagnosi e trattamento

In presenza di amnesie dissociative, la prima cosa da escludere sono malattie neurologiche o intossicazioni o qualsiasi altra condizione medica che possa avere tra i propri possibili sintomi amnesie e dissociazioni. Solo successivamente, uno specialista come uno psicologo o uno  psicoterapeuta potrà avvalersi di diagnosi e tecniche a sua disposizione per comprendere meglio la natura dell’esperienza dissociativa e delle amnesie riportate.

Uno dei primo obiettivi è quello di controllare i problemi secondari che possono derivare da tale condizione, come per esempio sintomi di natura depressiva, o insonnia, o problemi dello spettro ansioso, ma anche comportamenti di forte rabbia e irritabilità, che possono essere conseguenti all’emergere di queste esperienze dissociative o delle amnesie. In questa fase, anche la terapia farmacologica può essere di aiuto.

L’intervento sui pazienti affetti da amnesie dissociative ha come scopo quello di aiutare la persona ad esprimere le emozioni negative che prova ed elaborarle in modo corretto, ma anche quello di migliorare le relazioni interpersonali che possono essere state compromesse da questi eventi. La terapia cognitivo-comportamentale risulta il trattamento di elezione per aiutare il paziente ad esplorare e modificare le credenze disfunzionali basate sul trauma subito ed a padroneggiare il presente: attraverso alcune tecniche, infatti, si auta il paziente a gestire sintomi ansiosi, a ristrutturare pensieri negativi e a migliorare i rapporti interpersonali.

Alcune tecniche specifiche che possono portare beneficio ai pazienti aiutandoli a elaborare il trauma sono per esempio l’EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari, Shapiro, 2001), che permette al paziente di avvicinarsi al dolore in condizioni di sicurezza, rielaborando episodi dolorosi del passato aiutandolo a gestire e controllare le conseguenze sul presente.

Agire sul trauma in modo tempestivo, ossia non appena le persone iniziano ad avere sintomi in seguito ad un evento di forte stress, può ridurre la probabilità dell’instaurarsi di un disturbo dissociativo.

 

Per approfondire:
American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali. Tr. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
Farina, B., Liotti, G. (2011). Dimensione dissociativa e trauma dello sviluppo. Cognitivismo
Clinico, 8, 1, 3-17.
Liotti, G., Farina, B. (2011). Sviluppi traumatici. Eziopatogenesi, clinica e terapia della dimensione
dissociativa. Raffaello Cortina Editore.
Shapiro, F. (2019). EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure
Raffaello Cortina Editore.