di
Pamela Calussi

 

Cosa sono le funzioni esecutive

Le funzioni esecutive sono definite come quelle procedure mentali che hanno lo scopo di pianificare ed organizzare i comportamenti e le emozioni di un individuo, al fine di elaborare schemi comportamentali in risposta a determinate condizioni ambientali.

Le funzioni esecutive compaiono nel primo anno di vita e proseguono la loro maturazione fin oltre l’adolescenza.

Queste abilità cognitive sono collegate a numerosi aspetti della vita ed hanno un ruolo determinante nell’adattamento sociale dell’individuo, ma anche nelle performance scolastiche e sportive.

Possiamo definire le funzioni esecutive come quelle abilità che stanno alla base delle strategie di problem solving e sono, secondo il modello teorico di Miyake et al. (2000), tre:

  1. l’inibizione o controllo inibitorio, ossia la capacità di eliminare, nell’esecuzione di un compito, tutte le variabili che possono avere il ruolo di distrattori nel raggiungimento dello scopo.
  2. la memoria di lavoro, che permette di conservare il ricordo di tutte quelle nuove informazioni utili allo svolgimento di un’attività.
  3. la flessibilità di risposta cognitiva, ossia la capacità di modificare la propria azione in base ai cambiamenti dell’ambiente, dovuti anche al compito che si sta eseguendo.

 

Si tratta, quindi, di quell’insieme di processi che elaborano, coordinano e

integrano le informazioni ambientali e personali al fine di produrre un comportamento

adeguato alla situazione e allo scopo che si vuole raggiungere (Welsh, 2002).

 

Funzioni esecutive e sport

Se in un primo momento il supporto che la psicologia dava allo sport era concentrato sul migliorare le abilità emotive (es. favorire un clima sereno e migliorare le dinamiche di gruppo, accettazione della sconfitta..) e abilità motivazionali, adesso si sta concentrando anche sullo studio delle abilità di tipo percettivo-cognitivo, dimostrando che il successo in uno sport, sia esso di squadra o individuale, richiede anche e soprattutto abilità nell’elaborare le informazioni e la velocità nell’adattarsi ai rapidi cambiamenti del contesto durante le competizioni, sia in termini di complessità che di situazioni.

Per esempio, un giocatore di uno sport di gruppo (calcio, basket..) deve avere la capacità di monitorare costantemente le situazioni di gioco e i movimenti degli avversari, prendere decisioni rapidamente, adattarle al contesto presente e avere la capacità di modificarle se cambiano variabili intorno a lui. Deve avere una buona attenzione, buone capacità mnemoniche, buone capacità strategiche e di inibizione delle risposte automatiche, che potrebbero invece portare a commettere errori decisionali.

Queste capacità sono conosciute appunto come funzioni esecutive.

Considerando questi aspetti, quindi, le capacità cognitive diventano quasi più importanti di quelle fisiche, andando ad incidere in maniera significativa sulla performance dello sportivo e di conseguenza sul successo del gruppo.

Date queste premesse, è plausibile pensare che le attività sportive nella prima infanzia (es. le scuole calcio), debbano prestare un’attenzione particolare allo sviluppo di tali funzioni, perché contribuire al loro incremento permette di migliorare la performance.

Rapidità, capacità di anticipare o prevedere le mosse dell’avversario, adattarsi ad un contesto dinamico, sono tutte variabili che possono avere un ruolo fondamentale nell’esito di una gara, così come anche la capacità di concentrazione.

La prestazione motoria, quindi, risulta strettamente connessa allo sviluppo delle funzioni esecutive; l’attività motoria di per sé rappresenta un ottimo modo per sollecitarle e implementarle: è chiaro quindi che strutturare esercizi che siano finalizzati al raggiungimento di obiettivi specifici inerenti allo sviluppo delle capacità esecutive, possa essere importante per lo sviluppo dei bambini e l’acquisizione di alcune competenze che potrebbero essere utili anche in altri ambiti, come per esempio quello scolastico. Partendo da questi presupposti, l’idea di base è uella di sfruttare tali peculiarità dell’attività motoria con un lavoro mirato a stimolare il Sistema Esecutivo, con vantaggi positivi a cascata per gli apprendimenti in generale, che molto dipendono da tale sistema per il loro sviluppo.

 

I training cognitivi per incrementare le funzioni cognitive

Lo studio delle funzioni esecutive, intese come funzioni cognitive complesse, ossia quei processi mentali che consentono di elaborare gli stimoli provenienti dalla realtà e di predisporre delle risposte appropriate a questi stimoli sotto forma di comportamenti e che hanno lo scopo di pianificare ed organizzare i comportamenti e le emozioni di un individuo, che richiedono la mobilizzazione di strategie adattative, ha avuto un aumento, con particolare attenzione al loro incremento attraverso training cognitivi specifici.

Questo interesse non è rivolto solo all’applicazione in ambito clinico, ma anche e soprattutto in altri campi, come per esempio quello sportivo.

E’ stato dimostrato come un training cognitivo che abbia come obiettivo il miglioramento delle funzioni esecutivo attraverso degli esercizi mirati, possa essere utile  nel contesto sportivo dove sono importanti la flessibilità della risposta, le capacità attentive e decisionali, la velocità di esecuzione della risposta.

Questo potenziamento delle funzioni cognitive ha quindi l’obiettivo di migliorare la performance, sia individuale che di gruppo: negli ultimi anni, infatti, sono nati numerosi studi di valutazione dei training cognitivi sia all’interno di sport di squadra che di quelli individuali, ed hanno dimostrato come esso sia uno strumento valido per migliorare la flessibilità di risposta cognitiva, incrementare i processi attentivi e potenziare la velocità di esecuzione delle performance.

Il training cognitivo utilizza prevalentemente programmi informatici svolti al computer, che hanno quindi la finalità di migliorare le funzioni cognitive di base e quelle complesse. Alcune ricerche hanno dimostrato che in ambito sportivo, training svolti individualmente con i bambini, permettono di ridurre i tempi di elaborazione, legati al processo di stimolo – risposta, consentono di incrementare l’attenzione divisa e implementano la velocità delle performance atletiche. Infine, migliorano l’accuratezza nella risoluzione di compiti cognitivi che richiedono flessibilità.

Esempi di training cognitivi sono per esempio quelli che migliorano le capacità attentive e mnemoniche.

Esistono numerosi software didattici rivolti a bambini e ragazzi, che hanno lo scopo di potenziare e consolidare abilità come la capacità di concentrazione, le capacità di attenzione selettiva, e la memoria di lavoro. Questi programmi vengono in genere svolti in sedute individuali con i bambini, dopo dei test iniziali per verificare le abilità di partenza e hanno lo scopo di autoregolare l’attenzione, con attività specifiche su vigilanza, inibizione, memoria di lavoro, controllo di fattori di interferenza e aumento della flessibilità cognitiva con training di potenziamento divisi in aree tematiche (ad esempio vigilanza, inibizione, memoria di lavoro, controllo delle interferenze e flessibilità cognitiva) e con stimoli che possono essere sia uditivi che visivi.

Oltre al lavoro svolto individualmente, esistono tutta una serie di esercizi che vengono svolti con i bambini e ragazzi sul campo, che hanno l’obiettivo di stimolare l’integrazione tra i diversi stimoli sensoriali provenienti dall’ambiente, e, attraverso l’allenamento, migliorare l’esecuzione dell’atto motorio. Attraverso l’associazione di diversi stimoli propriocettivi a esercizi motori complessi, si stimola l’attivazione delle aree cerebrali che sottostanno all’apprendimento e alla corretta esecuzione del programma motorio richiesto, ma anche l’apprendimento e automatizzazione dello stesso attraverso una riorganizzazione a livello cognitivo.

Negli sport di gruppo, soprattutto nel calcio, negli ultimi anni sono molti i programmi che sono stati attivati, attraverso esercizi specifici, proprio per supportare lo sviluppo di queste abilità, migliorando così le capacità attentive, selettive e mnemoniche dei bambini.

 

Bibliografia

Amendolagine, V. (2015). Attività ludico – motorie e sviluppo delle competenze cognitive nell’età evolutiva. https://www.stateofmind.it/2015/03/attivita-motorie-sviluppo-cognitivo/

Faccioli, L., Ardu, E., Benso, F. (2015). Funzioni Attentive Esecutive, gioco del calcio e apprendimenti.  DiM – Difficoltà in Matematica n. 2, vol 11.