di
Debora Pratesi

ISTRUZIONI PRATICHE PER I GENITORI

I bambini che non possono o non riescono a seguire le indicazioni educative che voi date loro alimentano un clima familiare teso e stressante per tutti.

La loro provocatorietà e oppositività hanno come conseguenza la diminuzione delle interazioni sociali tra i membri della famiglia e, inoltre, se i bambini non ubbidiscono a casa è molto probabile che non diano ascolto agli adulti anche in altri contesti, come la scuola, con altri familiari….

Per i genitori, gli insegnanti, o altri adulti non è piacevole occuparsi del bambino “indisciplinato”. Inoltre, probabilmente il comportamento negativo e disubbidente del bambino non lo aiuterà a prendere buoni voti e questo potrebbe nel tempo portare a un fallimento scolastico. Gli altri genitori difficilmente lo inviteranno a casa loro e, come risultato, ne risentiranno le amicizie con i coetanei. Diventare “bravo” nel rispettare e seguire le indicazioni degli adulti è un’abilità molto importante per i bambini ed è responsabilità dei genitori promuovere questa competenza nei loro figli. Alcuni bambini possono non avere difficoltà a collaborare a casa ma possono avere delle difficoltà a scuola. In questo caso bisogna comunque impegnarsi a casa con i bambini in modo che venga aumentata la loro capacità di seguire le indicazioni degli adulti anche a scuola con gli insegnanti.

Spesso i bambini non sono attivamente polemici, ma in modo passivo non collaborano, ad esempio possono stare ad ascoltare il genitore, ma non fare quello che viene chiesto loro.

Il più delle volte accade quindi che vengono introdotte delle punizioni perché i bambini non ubbidiscono alle regole e a quello che dicono in generale, è importante quindi riflettere sul modo in cui si forniscono indicazioni.

La modalità di dare istruzioni, infatti costituisce uno stimolo fondamentale che incentiva o meno la collaborazione da parte del bambino.

Se i genitori danno delle buone istruzioni al loro bambino, è più probabile che collabori e soddisfi queste richieste. Se i genitori danno invece delle istruzioni “non efficaci” è molto probabile che non le adempia. Punire di conseguenza un bambino perché non ha seguito delle indicazioni mal poste non è una buona scelta.

Proviamo a pensare che non sia sempre “colpa” del bambino ma può accadere che il genitore si sia espresso male o in modo poco comprensibile o ancora più spesso accade che dopo aver chiesto alcune volte un’indicazione che non viene seguita, l’adulto si arrabbia e così si innesca un meccanismo negativo di relazione che sfocia in una dinamica poco piacevole per tutti.

È molto importante riflettere sulla modalità di dare istruzioni ai propri figli in modo adeguato così che i bambini si trovino nelle condizioni di seguirle.

 

Sono diversi gli aspetti da tenere in mente prima di fare una richiesta ad un figlio:

  1. Prima di tutto bisognerebbe chiedersi “ciò che penso è qualcosa che davvero mio figlio dovrebbe fare?” “Sono pronto ad affrontare le conseguenze nel caso si rifiuti di farlo?”. Se ciò che viene chiesto non è così fondamentale, allora forse non conviene fare la richiesta.
  2. Dovremmo poi fare attenzione al “timing” e chiedersi “Questo è davvero il momento giusto?”. Interrompere un bambino nel bel mezzo di un’attività per la quale voi stessi avete dato il permesso (giocare, guardare la tv…) può essere percepito come ingiusto e aumentare, quindi, la possibilità che il bambino non collabori. È meglio aspettare fino a che l’attività non è stata completata prima di dare una nuova istruzione o fare una richiesta.
  3. Infine, sebbene i genitori debbano rappresentare un’autorità per i loro figli, è importante che i bambini vengano trattati con rispetto. Questo significa usare un tono di voce neutro, anche gentile e incoraggiante (piuttosto che ostile e sarcastico), chiedendo per favore in modo assertivo.

 

Le istruzioni efficaci sono quelle che esprimono in modo diretto ciò che deve essere fatto. In particolare le ISTRUZIONI EFFICACI devono essere:

Formulate come un’affermazione diretta;

Date una sola volta;

Fare una richiesta alla volta;

Seguite da 10 secondi di silenzio prima di farla di nuovo;

Questa modalità fa scattare l’attenzione dei bambini e crea le condizioni per soddisfarla. L’istruzione può essere preceduta da “per favore” e dovrà essere formulata utilizzando un tono di voce non alto, gentile e anche incoraggiante.

Se volete dare una spiegazione al bambino prima di fare la richiesta, andrebbe espressa prima.

 

Le istruzioni inefficaci sono quelle a cui i figli difficilmente obbediscono. Ne sono un esempio:

✔ istruzioni confuse: parlare troppo o spiegare dopo aver chiesto di fare una cosa rende le richieste imprecise. Una richiesta dovrebbe essere invece formulata in maniera chiara ed essere seguita da 10 secondi di silenzio;

✔ troppe richieste: cioè collegare troppe richieste insieme tutte in una volta;

✔ richieste formulate in modo interrogativo: fare una richiesta con questa modalità è rischioso perché tecnicamente il bambino potrebbe rispondere «no», come se voi aveste posto semplicemente una domanda;

✔ istruzioni ripetute: cioè ripetere la stessa richiesta più e più volte;

✔ istruzioni vaghe: non specifiche e che non esplicitano in modo esatto quello che va fatto;

✔ richieste che iniziano con «facciamo»: esordire con «facciamo» potrebbe suscitare nel figlio l’idea e l’aspettativa che lo aiuteremo a fare quella cosa e potrebbe reagire con delusione e rabbia se questo non accadesse;

✔ istruzioni a distanza, formulate da un’altra stanza o da lontano: è molto probabile che il figlio non «riceva» la richiesta.

 

Per approfondimenti:

  • Coping Power Program. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti. Jhon E. Lochman, Karen Wells, Lisa A. Lenhart.