di
Chiara Del Furia

Nel mito di Apollo e Dafne, Ovidio narra che il Dio del Sole, colpito dalla freccia di Cupido, s’innamora della giovane Dafne, ma la fanciulla colpita anch’essa da una freccia perché non provi mai più desiderio per nessuno disprezza le nozze e vaga da sola per i boschi della Tessaglia. Il cuore di Dafne è sordo alle preghiere di Apollo, che la insegue e col suo amore la perseguita, tanto che per sfuggire all’insistente corteggiamento la giovane decide di trasformarsi in un albero.

Apollo cerca di convincere Dafne delle ragioni nobili del suo amore, rivolgendosi a lei in fuga con una frase che riprende ed esplicita il tema dello stalking: “Non sono un tuo nemico, è per amore che ti inseguo”. Ovidio mette in scena attraverso il mito di Apollo e Dafne la trappola dello stalking.

 

Lo stalking rappresenta una forma di aggressione psicologica e spesso anche fisica, messa in atto da un persecutore che fa irruzione in maniera indesiderata, assillante e  distruttiva nella vita di un altro individuo con gravi conseguenze sia fisiche che psicologiche.

Tale fenomeno appare ancora come un crimine sottovalutato e difficilmente dimostrabile.

Ad oggi vittime di molestie e stalking sono sempre di più le donne, da un’indagine ISTAT del 2014 si stima che il 21,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni, abbia subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner nell’arco della propria vita.

La percentuale di donne che ha subito atti di stalking da parte di altre persone come partner attuali, amici, colleghi, parenti, conoscenti o sconosciuti è invece del 10,3%. Complessivamente, sono circa 3 milioni 466 mila le donne che hanno subìto stalking da parte di un qualsiasi autore, pari al 16,1%.

Dall’indagine emerge che nella maggior parte dei casi le donne riferiscono di essere diventate più diffidenti o di avere difficoltà relazionali. Il 16,7% ha sofferto di depressione, ansia o insonnia che sale al 25,4% per i casi molto gravi, il 10,2% è diventata più aggressiva e il 7,5% è rimasta sotto shock o non è più la stessa.

In Italia la Legge Anti-Stalking entra in vigore solamente a partire dal 24 Febbraio 2009, data della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Il testo del Disegno di Legge dell’allora Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna contro i persecutori, divenuto Decreto Legge N. 11/09, introduceva nel nostro ordinamento una nuova fattispecie di reato, finalizzata a far venire meno la pericolosa condotta “persecutoria”.

Da un punto di vista etimologico, la parola “stalking” deriva dal linguaggio usato nell’ambito della caccia, letteralmente il verbo inglese “to stalk” significa “fare la posta”, “inseguire furtivamente”, “pedinare”. Questa definizione sebbene sia la più semplice, sembra essere la più vicina al comportamento tipico del molestatore che è appunto quello di seguire la vittima nei suoi movimenti, di “appostarsi” alla sua vita.

In italiano non esiste un corrispettivo letterale del verbo inglese “to stalk”, per tale motivo Galeazzi e Curci del Dipartimento di Patologia Neuropsicosensoriale dell‟Università di Modena hanno coniato la locuzione “Molestie Assillanti” che suggerisce maggiormente la prospettiva della vittima.

Nel corso degli anni a seguito del crescente numero di episodi di stalking saliti alla cronaca l’interesse degli esperti si è concentrato nel cercare il fattore eziologico causa dell’insorgenza del fenomeno. Ad esempio Keinlein (1998) riconosce alla base del comportamento del molestatore una patologia dell’attaccamento, secondo lo psicologo forense J. Reid Meloy (1998) la psicologia dello stalking è spiegata dall’approccio cognitivo-comportamentale come un’ossessione che si mantiene perché ha luogo un rinforzo positivo, come per esempio il contatto intermittente con la vittima, o un rinforzo negativo cioè la rimozione di uno stimolo avversivo ad esempio fare una telefonata può ridurre l’ansia dello stalker.

Come emerge dalla letteratura non esiste un singolo profilo psico-comportamentale dello stalker, gli esperti ritengono che nella maggior parte dei casi lo stalker possa presentare un quadro clinico complesso caratterizzato dalla coesistenza di uno o più disordini mentali come Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Depressione, Disturbo nel Controllo degli Impulsi, Disturbo di Dissociazione, inseriti all’interno di un tipico disturbo di personalità ad esempio Narcisistico, Istrionico, Borderline ecc.

Dalle ricerche svolte nei vari ambiti d’interesse del fenomeno si delineano delle caratteristiche comportamentali che sembrano ricorrere maggiormente tra gli stalker, come ad esempio: l’ostinata non accettazione del rifiuto, sia esso reale o immaginario; la presenza di pensieri intrusivi e inarrestabili rivolti unicamente sulla vittima; la presenza di frequenti tratti ascrivibili al disturbo Ossessivo Compulsivo i cui tratti compulsivi potrebbero essere individuati nella ripetitività comportamentale, nell’ipercontrollo, nella tendenza alla morbosità, la mancanza di empatia nei confronti della vittima, lo sfruttamento interpersonale e l’egocentrismo, identificabili come tratti di un marcato narcisismo.

La complessità del fenomeno dello stalking ha reso ad oggi complicata la stesura di linee guida condivise per la diagnosi e il trattamento dello stalker.

In letteratura le ricerche sul trattamento degli stalkers sono scarse, e quasi assenti sono gli studi di efficacia. Nel 2007 Rosenfeld e collaboratori hanno pubblicato una ricerca sulla validazione del trattamento di un campione di stalkers, basato sulla terapia dialettico-comportamentale (DBT).

Per sviluppare e costruire il loro trattamento si sono basati su diversi studi che dimostravano che soggetti affetti da disturbi di personalità comprendevano il sottogruppo più ampio e problematico di stalker, tra questi i disturbi di personalità “Cluster B” (Antisociale, Borderline e Narcisitico) sembravano i più problematici poichè caratterizzati da un alto tasso di violenza e recidiva (Rosenfeld, 2003; Rosenfeld & Harmon, 2002).   Questa ricerca rappresenta la prima valutazione sistematica di un approccio terapeutico allo stalking.

Quando si parla di stalking non è difficile immaginare i gravi effetti psicologici dovuti a mesi o anni di persecuzione e intrusione a cui deve sottostare la vittima. Le più comuni difficoltà riscontrate nelle vittime di molestie non riguardano solo significative modificazioni al proprio stile di vita, ma anche l’insorgenza di veri e propri disturbi psicologici come, Disturbo Post-Traumatico da Stress, Depressione, Disturbi Somatoformi ed anche Disturbi legati alla sfera sessuale. La priorità nel trattamento delle vittime riguarda in prima battuta la sicurezza allestendo un ambiente terapeutico dotato di appropriate misure di sicurezza. La terapia psicologica efficace per questo tipo di pazienti sembra essere quella che mira a modificare le convinzioni patologiche che minacciano il funzionamento della vittima, consentendo loro di fornirsi una visione più realistica e accettabile del proprio senso di sicurezza. Inoltre le vittime di stalking possono trarre beneficio da interventi comportamentali come l’esposizione graduata o la desensibilizzazione sistematica allo stress, che possano aiutare a riprendere gradualmente attività abbandonate, oltre a superare l’ansia associata a tale fenomeno.

 

 

 

 

Bibliografia

 

Curci P., Galeazzi G.M., Secchi C. (2003). La sindrome delle molestie assilanti (stalking) Torino:.Bollati Boringhieri.

Kienlen K.K, 1998, Developmental and social antecedents of stalking, in J.R. Meloy (Ed.) The psychology of stalking: Clinical and forensic perpesctives, Accademic Press, San Diego, CA, pp 51-67.

Meloy J.R., (1998). The psychology of stalking, in J. Reid Meloy (Ed.), The psychology of stalking: Clinical and forensic perpesctives, Accademic Press, San Diego, CA, pp 1- 23.

Rosenfeld B. et al. (2007), “Dialectical Behavior Therapy for the treatment of stalking offenders”. International Journal of Forensic Mental Health, 6, 95-103

Rosenfeld, B. (2003). Recidivism in stalking and obsessional harassment. Law and Human Behavior, 27, 251-265.

Rosenfeld, B., & Harmon, R. (2002). Factors associated with violence in stalking and obsessional harassment cases. Criminal Justice and Behavior, 29, 671-691.

 

siti internet (ultimo accesso febbraio 2017)

www.istat.it