di
Francesca Solito

 

La validazione è il modo con cui puoi far sapere a tuo figlio che “lo capisci”, che comprendi cosa sta dicendo o sentendo rispetto alle esperienze della sua vita (Linehan, 1993a). Questo non significa che sei d’accordo con lui o che ti piace, che approvi quello che sta dicendo. La validazione fa sapere a tuo figlio che lo stai prendendo sul serio e riconosci ciò che sta dicendo sospendendo il tuo giudizio. Gli fa capire che stai cercando di metterti dal suo punto di vista. Nelle interazioni genitore/adolescente, la validazione è una delle abilità più efficaci e vantaggiose che puoi imparare e praticare. La validazione appartiene alle famiglie più sane, porta a un maggiore svelamento di sé e calma le situazioni emotive (Fruzzetti, 2005). Per diminuire l’impatto della vulnerabilità emotiva biologica di tuo figlio si deve promuovere e sviluppare un ambiente validante. Alcuni ragazzi nascono con un cervello più emotivamente sensibile di altri e avranno la tendenza a reagire immediatamente e intensamente a situazioni che altri potrebbero non notare o a cui potrebbero non rispondere. Ti potrebbe sembrare che tuo figlio passi da 0 a 100 sulla scala emotiva in pochi secondi e una volta raggiunto il livello d’intensità maggiore, abbia un ritorno molto lento al suo livello emotivo più comune. I genitori quando iniziano a validare, riportano una differenza nelle interazioni con i figli, una diminuzione dell’emotività esperita dai ragazzi e la capacità di comunicare meglio quasi nell’immediato (Harvey, Rathbone, 2021). L’invalidazione porta alla rabbia e alla frustrazione, la validazione ha come potenziale quello di portare a una comprensione ed a interazioni più pacate e regolate.

Gli adolescenti desiderano che i loro genitori comprendano ciò che stanno vivendo, come si sentono e perché stanno avendo una particolare condotta o reazione. Questo rappresenta la vera sfida per i genitori che spesso provano a lenire i sentimenti o a risolvere i problemi dei loro figli attraverso risposte come “Non preoccuparti” o “Calmati” che hanno l’intento di ridurre le emozioni del ragazzo però possono avere l’effetto opposto. Tuo figlio potrebbe addirittura arrabbiarsi perché non si sente compreso. Allo stesso modo, un tentativo di controbattere i giudizi che ha su di sé, ad esempio attraverso la frase “Non sei un perdente tesoro”, anche se stai cercando di aiutarlo a sentirsi meglio con sè stesso, può essere invalidante. Se tuo figlio è afflitto, rivolgiti ai suoi sentimenti e non ai dettagli delle sue frasi attraverso messaggi come: “Devi sentirti piuttosto a disagio”; “Vedo che sei triste, devi esserci rimasto molto male”.

L’emotività ostacola la validazione (Fruzzetti, 2005), devi essere tranquillo per validare efficacemente tuo figlio. Questo diventa molto difficile se la rabbia o la frustrazione dell’adolescente sono rivolte a te. Spesso i genitori chiedono come validare un ragazzo che urla contro di loro insultando, dicendo parole molto sgradevoli e dolorose. Puoi iniziare riconoscendo che è arrabbiato con te, anche se non sei d’accordo con quello che sta dicendo. Questo ti aiuta ad accettare che vuole che tu capisca cosa sta provando, anche se non sta affermando in maniera chiara i suoi sentimenti. Conviene aspettare quando sarai più calmo perché avrai la possibilità di valutare più efficacemente cosa c’è dietro le parole. La validazione deve essere autentica e sincera per essere efficace (Harvey, Rathbone, 2021).

Gli adolescenti e in particolare quelli emotivamente sensibili, si accorgono quando non sei sincero e in quel caso non sono pronti ad accettare le tue parole. Meglio non dire qualcosa a cui non si crede, cerca di dire qualcosa che ritieni valido. Validare non significa essere d’accordo, la validazione comunica semplicemente che tu capisci il modo in cui si sente e si comporta, ha senso partendo dal suo temperamento, dalle sue esperienze e dalla situazione attuale (Harvey, Rathbone, 2021). L’adolescente ha bisogno di sentirsi ascoltato e capito. Fagli sapere che ci stai provando, anche se potresti non riuscirci.

Gli adolescenti possono rifiutare il tentativo di validazione ma i genitori possono riprovare.

La validazione funziona se l’altro la trova utile quindi puoi chiedere a tuo figlio cosa può essergli d’aiuto. Dopo aver provato a riconoscere l’emozione che il ragazzo sta sentendo, “Anch’io sarei triste se un amico non mi invitasse al suo compleanno” o “Chiunque si sentirebbe triste in questa situazione”, i genitori hanno la possibilità di diminuire l’intensità emotiva e successivamente avranno maggiori probabilità di riuscire ad aprire uno spazio comunicativo dove gli parlano di come i suoi comportamenti potrebbero aver favorito questa situazione o come avrebbe potuto gestire l’evento accaduto. Questo è il potere di bilanciare efficacemente accettazione e cambiamento (Harvey, Rathbone, 2021).

L’adolescenza è definita come il momento in cui i figli si stanno differenziando dai genitori, si manifesta spesso come una fase in cui il giovane e i suoi genitori hanno continui conflitti.

I genitori che cercano di cambiare l’atteggiamento o le condotte dei figli adolescenti spesso si trovano in vere e proprie lotte di potere. Quando un adolescente ha emozioni intense, il conflitto potrebbe trasformarsi in comportamenti aggressivi, autolesivi o comunque non sicuri.

Potrebbe essere più efficace accettare che non hai più lo stesso controllo sui comportamenti di tuo figlio come quando era piccolo. Ti potresti sentire come se ti arrendessi e ti comportassi in modo irresponsabile accettando comportamenti, scelte o atteggiamenti con cui non ti trovi d’accordo.

Accettazione radicale significa accettare pienamente che “è quello che è” e che spesso le cose sono al di fuori del nostro controllo (Linehan, 1993b). Questa potente abilità aiuta i genitori a ridurre la sofferenza emotiva aumentando, allo stesso tempo, la soluzione efficace dei problemi.

Proprio come la validazione, che non significa essere d’accordo con il comportamento di tuo figlio, così l’accettazione non rappresenta un modo passivo di arrendersi o rassegnarsi. Non accettare porta maggiore sofferenza e ad essere “bloccato” mentre l’accettazione consente di andare avanti, una volta accettata l’assenza di scelta, possiamo fare progetti diversi. Potrebbe essere necessario accettare che tuo figlio abbia bisogno di sostegno e di cure. Per quanto sia difficile, potresti dover accettare che il ragazzo che hai non è il bambino che ti aspettavi e sognavi. La tua vita e quella di tuo figlio potrebbero essere più difficili di quanto immaginavi. Il dolore e la sofferenza di lasciar andare il bambino dei tuoi sogni e delle tue aspettative porteranno all’accettazione dell’adolescente che vive con te (Harvey, Rathbone, 2021). Condurrà anche alla possibilità di trovare risorse più giuste per aiutare tuo figlio ad avere la vita che desidera. Accettare, quindi, non significa rinunciare alla speranza ma ti consente di sperare che il futuro sarà effettivamente diverso dal presente: accetta tuo figlio così com’è in questo momento, anche se speri in un cambiamento nell’avvenire.

Alcuni dei modi in cui potresti iniziare ad accettare potrebbero essere parlare o scrivere la situazione che ti mette in difficoltà, guardando le conseguenze dell’accettazione di questa realtà, sia negative che positive e permettendoti di essere triste per la realtà che avevi sperato e che non c’è (Linehan, 1993b). Senti il tuo disappunto e la tua rabbia, quindi permettiti di andare avanti verso una nuova realtà, ti sentirai meglio e un genitore più efficace.

 

Bibliografia

Fruzzetti, A. E. October 2005. Validating and Invalidating Responses in Families. Paper presented at Borderline Persolality Disorder: Historical and Future Perspectives sponsored by NEA-BPD and MCClean Hospital, Burlington, M.

Harvey, P., Rathbone B.H. 2021. Adolescenti con emozioni intense. Come gestire con la DBT le sfide emotive e comportamentali di tuo figlio. Milano: FrancoAngeli.

Linehan, M.M. 1993a. Cognitive-Behavioral Treatment of Borderline Personality Disorder. New York: Guilford Press. Tr. it Introduzione alla DBT. Il trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline. Milano: Cortina. 2017.

Linehan, M.M. 1993b. Skills Training Manual for Treating Borderline Personality Disorder. New York: Guilford Press. Tr. it DBT Skills Training. Manuale-Schede e fogli di lavoro. Con USB card. Milano: Cortina. 2017.