Da alcuni mesi ho anch’io il mio personal trainer, anzi la mia personal trainer, la mia psicoterapeuta che si occupa di me, che allena la mia mente, che fa uscire dall’oscurità tanti ricordi ed emozioni.
I primi tempi devo confessare che mi ha emozionato, ma non devo essere stata la sola perché a portata di mano c’era sempre una confezione di fazzoletti pronta all’uso.
Come un buon allenatore all’inizio mi ha messo alla prova, ha sondato le mie potenzialità, non ha ecceduto con sforzi eccessivi, poi dopo qualche seduta ha affinato le armi e ha cominciato a centrare il bersaglio. Che tosta che è!!
Ad ogni incontro si è fatta più incalzante e mi ha aiutato a capire un po’ più di me stessa, ha dato una forma alla mia ansia così da poterla riconoscere e frantumare.
Spesso mi fissa con quegli occhi neri pungenti, lo sguardo interrogativo in attesa che io parli e io penso “che bel mestiere si è scelto, aiutare le persone con tutta se stessa deve darle tanta soddisfazione”, anche se deve essere stancante di brutto, perché quella porta bianca che si chiude dopo di me, si riapre e richiude continuamente per altri che come me hanno bisogno di scavare dentro se stessi per conoscersi meglio e ridimensionare le proprie paure