F.B: Il lunedì più triste dell’anno per le persone dell’emisfero boreale

Il termine inglese Blue Monday, ovvero lunedì triste, indica un particolare giorno dell’anno che cade solitamente nel terzo lunedì del mese di Gennaio e che risulterebbe essere il giorno dell’anno più triste per gli abitanti dell’emisfero boreale. Le persone si sentirebbero quindi maggiormente tristi e depresse perché realizzerebbero, più o meno consapevolmente, che sono finite le festività natalizie, che i mesi successivi saranno caratterizzati da un’assenza di giorni festivi, che tutti i buoni propositi di inizio anno sono già falliti e, infine, che le condizioni meteo potrebbero essere particolarmente avverse. L’intera idea sopra esposta rientra nell’ambito della pseudoscienza e l’equazione che ne è alla base viene ritenuta priva di fondamenti scientifici. Potrebbe però essere molto utile approfondire l’emozione della tristezza e il concetto di depressione.

Cosa è la tristezza?

La tristezza è un’emozione che, come gli altri stati emotivi, ha la funzione di sorvegliare gli scopi (bisogni, aspettative, desideri etc.) importanti per l’individuo. Le persone, in modo spesso inconsapevole, tendono ad attuare un confronto tra lo stato che desiderano e quello che vivono in quel preciso momento. Tale confronto inevitabilmente genera specifiche emozioni che vanno ad informare il soggetto quale scopo importante è in gioco, se questo scopo può essere raggiunto oppure se questo stesso è minacciato o compromesso. Le emozioni, quindi, motivano e preparano all’azione, comunicano agli altri e alla persona stessa.

La tristezza è una risposta alla percezione di perdita di un bene (scopo compromesso) cui segue un intenso dispiacere. Gli eventi che possono stimolare, a seconda della lettura che ne dà la persona, l’emozione di tristezza possono essere ad esempio: perdere qualcosa o qualcuno irrimediabilmente, situazioni che non seguono le proprie aspettative, separarsi da qualcuno di importante, venire rifiutati, non approvati o esclusi, scoprire di essere impotenti o incapaci, la solitudine etc.  L’interpretazione di questi eventi riguarda il credere che la separazione da qualcuno durerà molto a lungo o non finirà mai, il credere che non si otterrà mai ciò che si desidera o ciò di cui si ha bisogno, il credere di essere inutili e senza valore etc. Si manifesta con cambiamenti biologici ed esperienze quali: sentirsi stanchi, senza energie, letargici, sensazione di dolore o di vuoto al petto, assenza di piacere, sentirsi come se non si potesse smettere di piangere. I comportamenti che seguono la tristezza possono essere l’evitamento di molte situazioni della vita quotidiana, lo stare a letto e, in generale, l’essere inattivi ma anche la tendenza a dire cose tristi, parlare poco o per nulla, usare un tono di voce basso, lento o monocorde. L’espressione del volto (sopracciglia e angoli della bocca rivolti verso il basso, lacrime etc.) è corrucciata. Le conseguenze che ne derivano sono che le persone che provano tristezza non riescono a ricordare cose felici, hanno una prospettiva negativa, rimuginano su eventi negativi del passato, dormono male e hanno l’appetito disturbato, si incolpano e si criticano e tendono, in modo disperato, a recuperare il bene perduto.

E’ quindi “normale” e fisiologico provare tristezza ma, in alcuni casi, può contribuire alla comparsa di fasi depressive vere e proprie.

 

Cosa è la depressione?

La depressione clinica si differenzia per l’intensità e la durata di alcune reazioni cognitive, emotive e comportamentali che, almeno apparentemente, sono sproporzionate rispetto alle perdite subite. Inoltre possono subentrare degli specifici processi che vanno a mantenere e a peggiorare quella che potrebbe essere una “fisiologica risposta” alla perdita ed è quindi maggiormente difficile arrivare all’accettazione della stessa. Per un approfondimento sui disturbi depressivi ed il loro trattamento si può far riferimento ad alcuni articoli pubblicati nella nostra sezione Approfondimenti (http://www.psicoterapia-cognitiva.it/disturbi-depressivi/, http://www.psicoterapia-cognitiva.it/blue-monday/, http://www.psicoterapia-cognitiva.it/uscire-dalla-depressione/ )

 

Bibliografia

 

American Psychiatric Association (1993). Practice guideline for major depressive disorder in adults. American Journal of Psychiatry

 

American Psychiatric Association (2000). Practice guideline for treatment of patients with major depressive disorder (revision). American Journal of Psychiatry

 

Castelfranchi C., mancini F., Miceli M., 2002. Fondamenti di cognitivismo clinico. Bollati Boringhieri, Torino.

 

Linehan M. M., 2015. DBT Skills Training. Schede e fogli di lavoro. Raffaello Cortina Editore, Milano.

 

Rainone, Mancini (2019). La mente depressa: comprendere e curare la depressione con la psicoterapia cognitiva.

 

Siti internet

 

https://it.wikipedia.org/wiki/Blue_Monday_(data)

http://www.psicoterapia-cognitiva.it/disturbi-depressivi/

http://www.psicoterapia-cognitiva.it/blue-monday/

http://www.psicoterapia-cognitiva.it/uscire-dalla-depressione/